Pesaro, 8 febbraio 2015 - Camila Giorgi protagonista in Fed, argentina di famiglia, è nata a Macerata nel 1991 e ha sempre ribadito di sentirsi italiana: «Ho viaggiato molto ma sono italiana».
D’altra parte il padre era arrivato nelle Marche dall’Argentina come tanti altri emigranti di ritorno in quegli anni.
Cinque passati a Macerata con i 4 figli e poi il trasferimento a Pesaro, quando Camila aveva solo 5-6 anni.
Il fratello Leandro si allenava al Circolo Tennis Pesaro a Baia Flaminia con il maestro rumeno Catalin. Proprio quest’ultimo, secondo i racconti dei frequentatori del circolo, fu il primo ad indicare al padre Sergio la piccola Camila come una possibile campionessa.
Lei accompagnava il fratello e ogni domenica faceva scambi impressionanti per i suoi 5-6 anni. Si narra che anche Adriano Panatta in quegli anni abbia pronosticato un futuro radioso per lei, paragonandola ad Agassi.
La permanenza a Pesaro è durata poco più di un anno poi è cominciato il nomadismo con il padre Sergio: Como, Milano, Miami, Valencia, Maiorca, Parigi. Poi Nick Bollettieri, il creatore dei campioni, a Miami.
Un padre allenatore (anche in Fed con Barazzutti che lo ha lasciato lavorare sul court) che le ha insegnato molto: «A Macerata vorrei tornare, mi piacerebbe, in fondo sono nata lì e ci sono rimasta fino a 5 anni», ha detto qualche mese addietro la campionessa, ora al 31° posto del ranking in continua salita. «Di argentino ho la grinta, che mi ha passato mio padre che ha combattuto alle Malvinas», ha confessato a La Stampa mesi fa.
Ora è davvero sulla cresta dell’onda dopo una Fed da protagonista: «Se gioco concentrata è difficilissimo resistermi». Ce l’ha fatta Venus Williams agli Australian Open, non Flavia Pennetta. L’argentina di Macerata ci darà altre soddisfazioni, a noi e all’Italia. In fondo ha faccia tosta. Nel 2006, a 15 anni, dichiarò: «Il mio slam da sogno è Wimbledon, gli idoli Martina Hingis e Roger Federer, sarò numero 1 del mondo e mio padre sarà ancora il mio allenatore». Capito?