Sgozzato nel bosco, Ambera parla. Il pm: "Omicidio premeditato"

Irene Lilliu ha contestato il reato agli indagati dopo aver ascoltato a lungo la ragazza macedone, alla quale il fidanzato Igli Meta avrebbe mandato diversi sms con minacce di morte rivolte alla vittima FOTO L'arma del delitto - Il funerale - La fiaccolata - Il luogo dell'orrore - I due fermati VIDEO L'ultimo saluto

Marjo Mema e Igli Meta

Marjo Mema e Igli Meta

Lunano (Pesaro e Urbino), 28 luglio 2015 -  A Igli Meta e Marjo Mema è stata contestata la premeditazione per l'omicidio di Ismaele Lulli, il 17enne sgozzato a Sant'Angelo in Vado. Lo ha deciso il pm di Urbino, Irene Lilliu, dopo aver ascoltato a lungo Ambera, la ragazza macedone fidanzata con Meta.

Lilliu ha chiesto di poterla ascoltare in incidente probatorio, insieme agli indagati, per confrontare le loro versioni. Igli Meta, l'albanese reo confesso dell'omicidio del 17enne Ismaele Lulli (ora in carcere col presunto complice), negli ultimi tempi aveva mandato "con continuità" alla sua fidanzata Ambera messaggi con minacce di morte al ragazzo, 'colpevole' ai suoi occhi di aver avuto un fugace rapporto con la sua donna. È uno degli elementi, ma non l'unico, che ha portato il magistrato a contestare agli indagati (oltre a Meta, reo confesso, Marjo Mema) la premeditazione.

Gli inquirenti, il pm in collaborazione con i carabinieri del nucleo investigativo di Pesaro, sanno che la giovane donna ha avuto un ruolo (inconsapevole fino a prova contraria) nell’attrarre Ismaele nella trappola. Dal cellulare della ragazza è partito un sms domenica 19 luglio verso Ismaele, con l’invito a vedersi nel primo pomeriggio nella piazza delle corriere di Sant’Angelo in Vado.

A inviarlo, secondo la giovane, era stato Igli perché sapeva bene che Ismaele avrebbe accettato: tra i due c’era stata più di una simpatia, tanto che qualche amico in comune aveva riferito la cosa a Igli. Il quale ha chiesto aiuto ad amici (quanti non si sa) per realizzare la trappola. Da solo non sarebbe riuscito a fare nulla. Troppo piccolo per Ismaele, che superava il metro e 80, e pochissima confidenza tra i due perché il 17enne accettasse di fare un giro in macchina in compagnia del 20enne, che sapeva bene essere il fidanzato di Ambera. 

L’ipotesi d’indagine, in attesa delle risposte del Ris, è che Ismaele sia stato caricato in auto a forza da più persone, forse quattro, tramortito subito in macchina e, una volta arrivati in cima al colle di San Martino in Selvanera, semincoscente, fatto sedere con la schiena alla croce (se fosse stato vigile e cosciente sarebbe rimasto in piedi anche solo per difendersi meglio, essendo molto più alto dei due albanesi fermati). Quindi, legato con dello scotch più per non farlo cadere in avanti che per immobilizzarlo. A quel punto, Igli Meta e Marjo Mema avrebbero inscenato il ‘processo’ per punirlo di una simpatia o di qualcosa di più che Ismaele nutriva per Ambera.