All’istituto “Benelli” c’è il bicchiere musicale

Tra le varie prove d’esame degli studenti, anche applicazioni legate al mondo dei disabili

Roberto Pontellini e Sergio Kodra (Fotoprint)

Roberto Pontellini e Sergio Kodra (Fotoprint)

Pesaro, 18 giugno 2015 - Un bicchiere musicale che possa agevolare i disabili sensoriali nel riempire d’acqua o d’altro il contenitore che hanno avanti senza che non si disperda nemmeno una goccia.

A pensarlo sono stati Roberto Pontellini e Sergio Kodra, due maturandi dell’Istituto Benelli che proprio ieri mattina, appena finita la prova d’italiano, hanno consegnato la tesina che servirà loro all’orale con tanto di geniale prototipo.

Se realizzarlo è stato complicato, il funzionamento diventa evidente se si guarda il video di presentazione pubblicato che pubblichiamo qui sotto.

Nel filmato si vede anche un altro elaborato, il bastone per non vedenti, munito di sensori che segnalano i pericoli, fatto da un altro studente.

In pratica c’è un bicchiere che poggia su una piattaforma elettronica che emette una scala di note affinché il non vedente possa sapere in tempo reale la quantità versata nel bicchiere.

In definitiva non importa se esiste già qualcosa di simile, il bello è che a venir meno è il luogo comune, fin troppo abusato, che la formazione contemporanea non sia in grado di essere calata nella pratica.

«Vero» commenta Salvatore Bizzarro, anche lui nella stessa classe di Kodra e Pontellini, tutti frequentanti i corsi serali e ormai giunti al traguardo finale.

Bizzarro, che è tornato a scuola per la necessità di acquisire competenze, per un paio d’anni ha frequentato la stessa scuola delfiglio: «Io venivo la sera e lui al mattino – racconta Bizzarro –. Devo dire che le scuole professionali e in particolare questa è veramente efficace. Per questo mi sento di smentire il luogo comune che vuole la formazione tecnica come la cenerentola della realtà italiana. E sa perché lo dico? Lo dico perché mio figlio ha trovato un impiego in un’azienda del territorio solo dopo venti giorni che aveva concluso l suo percorso di studi. Il contatto è stata la scuola perché l’azienda si è presentata con un profilo professionale preciso. Non dico che sia la norma, dico soltanto che è possibile che accada e aggiungo che se la scuola non avesse preparato bene mio figlio lui non avrebbe potuto cogliere quell’opportunità che gli si era aperta».

Ad essere d’accordo con Bizzarro sono un po’ tutti quei candidati che alla spicciolata escono dopo aver consegnato il tema.

«Per capire che la scuola ti apre molte porte ci ho messo un po’, ma alla fine sono solo contento di essere qua» commenta infatti il 22enne Giuseppe Carubini.

«La scuola ti rende libero e consapevole dei tuoi veri talenti» gli fanno eco Davide Patrignani e Giancarlo Giunta.

Ma tornando al bicchiere musicale come è nata l’idea? «Pontellini è sempre stato uno sensibile, mentre a me è piaciuta l’idea di usare l’elettronica in applicazioni nobili».