L'Anas riprenda le 'sue' strade

Il punto

Pesaro, 21 giugno 2015 - Facciamo outing: se la situazione delle strade della nostra provincia è così disastrosa è anche colpa nostra. Non abbiamo vigilato abbastanza, non ci siamo accorti di quello che stava accadendo. Nel 2001 la gran parte delle strade statali di questo territorio sono state trasferite dall’Anas alla Provincia. Sulla base del decreto legislativo 112 del 1998, che applicava il federalismo portando a livello locale una serie di competenze fino allora statali. Ebbene nell’ubriacatura del federalismo, la Provincia pensò bene di farsi carico di quasi tutte le strade statali esistenti.

DALLA FLAMINIA alla statale Urbinate, dalla Cesanense a Bocca Serriola. Tanti chilometri di gestione, con una dote di 8 milioni l’anno per le manutenzioni poi cancellata. All’Anas è rimasta un’unica strada vera (la Statale Adriatica) e una semi-superstrada: il tratto di Fano-Grosseto fino a Canavaccio, poi la bretella di Urbino ed il prosieguo lungo le ‘capute’ e la parte finale della 73bis fino a Bocca Trabaria. Pesaro e Urbino non è la provincia dei record: per i pochi chilometri di strade statali e per il basso rapporto abitanti posti letto ospedalieri. E allora ci sentiamo di chiedere al governo, che pure qui ha incassato messi di consensi, di porre rimedio a questo stato di cose. Anche agli errori degli amministatori locali che pure si sono dati molto da fare per eleggere Renzi e soci alla guida dello Stato italiano. Si cominci a fare in fretta e bene. Sia a livello nazionale che regionale. I primi passi sono facili da indicare, come l’Umbria che chiede la statalizzazione della Contessa, alla stessa maniera sia statalizzata la Flaminia iniseme alla Contessa (pare che l’Anas la rivolesse nel 2004). Alla stessa maniera ci sia - subito, immediatamente - un passaggio di consegne sulla 73 bis o Fano-Grosseto che dir si voglia, che proprio nella parte pesarese è rimasta indietro di... decenni. Passi all’Anas il tratto di provinciale che collega Bivio Borzaga con il tratto Urbania-Bocca Trabaria con scambio con le ‘Capute’. Consentendo così all’Anas di intervenire con fondi statali sull’emergenza Urbania. A meno che non si vogliano mettere definitivamente in ginocchio i territori dell’entroterra. Il tempo delle parole è finito, ci vogliono i fatti.