Delitto di Lucia Bellucci, il dolore della famiglia per il rinvio della sentenza

L'avvocato veronese alla sbarra nel processo d'Appello davanti alla Corte d'Assise di Trento per l'omicidio dell'estetista di Pergola. La difesa chiede una nuova perizia psichiatrica sull'imputato. Si torna in aula il 22 giugno FOTO La lettera e il delitto

Lucia Bellucci

Lucia Bellucci

Trento, 16 giugno 2015 - Proseguirà il 22 giugno il processo d’appello a Vittorio Ciccolini (l’avvocato veronese di 47 anni che la sera del 9 agosto 2013 uccise con un coltello da marines l’ex fidanzata Lucia Bellucci, 31enne di Pergola) apertosi davanti alla Corte d’Assise di Trento. L’udienza fiume di ieri, iniziata alle 9,30 e terminata alle 18, si è conclusa con un ‘rinvio per repliche’ a lunedì prossimo, quando molto probabilmente arriverà la sentenza.

Nella sua lunga requisitoria, protrattasi per tre ore, il procuratore generale Giuseppe Maria Fontana ha chiesto la conferma della condanna inflitta all’assassino in primo grado lo scorso 8 ottobre con rito abbreviato: 30 anni di reclusione, pari all’ergastolo dell’ordinario. Subito dopo hanno preso la parola gli avvocati di tutte le parti civili: il papà della vittima, Giuseppe; la mamma Maria Pia; la sorella Elisa; il fratello gemello Carlo; il fidanzato Marco Pizzarelli, medico catanese; l’ex marito Paolo Cecchini; e l’associazione ‘Isolina’ di Verona per la prevenzione del femminicidio.

Ultimo atto con gli avvocati della difesa di Ciccolini che hanno puntato a smontare l’aggravante della premeditazione e a far passare il vizio di intendere e di volere del loro assistito al momento dell’efferato delitto. A seguire ogni istante del processo c’erano i genitori della vittima e il fratello Carlo, il quale all’uscita dall’aula ha commentato: «Per noi, oggi, è stato terribile. La ferita, che non potrà mai guarire del tutto, ha ripreso a sanguinare con forza e questo rinvio della decisione, anche se ineccepibile da un punto di vista procedurale, è un ulteriore, dolorosissimo, stillicidio. Spero che lunedì ci sia la sentenza e che sia una sentenza giusta, che confermerà in pieno quanto stabilito ad ottobre. Niente e nessuno potrà ridarci Lucia, ma pretendiamo che il responsabile di questo terribile atto paghi fino in fondo per la sua azione».

La decisione finale, che come detto arriverà probabilmente il 22, spetterà ad un collegio composto da due giudici togati e sei popolari. Al riguardo uno degli avvocati della famiglia Bellucci, Giuseppe Galli, sottolinea: «Durante l’udienza di oggi (ieri, ndr) non sono emersi fatti nuovi; il quadro è chiarissimo, per cui confidiamo sereni nella conferma della sentenza di primo grado».