Marche Nord, pochi cittadini sono scesi "In piazza per la salute"

Deluse le organizzatrici della manifestazione organizzata dal comitato "Pesaro per la salute" LE FOTO

La protesta

La protesta

Pesaro, 4 ottobre 2015 - La città che s’indigna dietro lo schermo, fa più fatica ad indignarsi in piazza. Adesione sotto le aspettative per "In piazza per la salute", la manifestazione organizzata dal comitato cittadino "Pesaro per la salute", che si è svolta ieri davanti all’entrata dell’Ospedale San Salvatore per poi sfilare verso piazzale Collenuccio sotto gli occhi di una città distratta. Nonostante si scuota costantemente la testa su ciò che quotidianamente non va nei servizi sanitari, è riuscito solo a metà l’esperimento di dare volto e gambe a coloro che consegnano il proprio malessere alle pagine dei social. Dietro lo striscione «La malattia non è una scelta, la buona sanità si» si è però ritrovato un primo nucleo di una cinquantina di cittadini che non avevano mai partecipato a un corteo. Al punto di arrivare al punto di ritrovo in silenzio, quasi con imbarazzo: «E’ il corteo funebre della nostra sanità, apolitico».

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C'erano però tanti personaggi della politica cittadina, e non, a sostegno dei manifestanti: l’imprenditore Alessandro Marcucci Pinoli, alcuni consiglieri comunali in carica (Giovanni Dall’asta, Roberta Crescentini, Fabrizio Pazzaglia) ed qualche ex (Alessandro Di Domenico), attivisti della politica (Adriano Accardo e Roberto Giannotti), esponenti dei comitati spontanei, come Fernanda Marotti, e di associazioni (Michele Giua del Tribunale del Malato). Tutti presenti come semplici cittadini, senza bandiere, per non coprire la voce della gente comune. Completo nero e scarpe da ginnastica l’una, piumotto e occhiali griffati l’altra, Daniela e Laura, sessant’anni, per la prima volta nella loro vita hanno manifestato in piazza.

Soddisfatta, ma solo a metà Antonella Bartolucci, una delle organizzatrici. «E’ stato faticoso ma non ci fermiamo qui. – dice –. Lo facciamo per le noi stesse, per i nostri cari ma anche per tutte le persone deboli e malate che non hanno la forza di reagire».