Nonnina prende a pugni il rapinatore: "Quell'uomo voleva rubarmi la catenina"

A 88 anni Dorina Andruccioli ha messo in fuga un malvivente

Ettorina Andruccioli, nonna Dorina, ha messo in fuga il rapinatore con un pugno

Ettorina Andruccioli, nonna Dorina, ha messo in fuga il rapinatore con un pugno

Gabicce Mare (Pesaro-Urbino), 1 agosto 2014 - Che coraggio, nonna Dorina! A 88 anni, la signora Ettorina Andruccioli, da Gabicce Mare, non ha esitato un attimo a sferrare un pugno contro il rapinatore che ha cercato di strapparle dal collo la sua preziosa catenina. «Quella catena apparteneva a mio marito, non me la sarei fatta rubare per nulla al mondo». Il fatto è avvenuto mercoledì mattina poco dopo le 11, in piazza Leoncavallo, al confine tra Gabicce e Cattolica.

Signora Andruccioli, ci racconti tutto dall’inizio. «Stavo facendo la mia solita passeggiata. A un certo punto nel vialetto è sbucata una macchina, che mi ha affiancato. A bordo c’erano un uomo di mezza età e una ragazza un po’ più giovane. L’uomo ha tirato giù il finestrino e mi ha rivolto la parola».

Cosa le ha detto? «Parlava un italiano stentato.Mi ha chiesto se in zona c’erano degli appartamenti da affittare. Io gli ho risposto che non ne avevo idea».

Poi cos’è successo? «A quel punto l’uomo ha iniziato a mostrarsi interessato alla catenina che portavo al collo. ‘Che bella, signora, me la fa vedere?’ E senza nemmeno aspettare la risposta, l’aveva già agguantata e se la rigirava tra le dita. Con una mossa rapidissima, ha aperto uno dei due gancini che la tenevano legata. Io ho capito che stava cercando di rubarmela e mi sono ritratta».

Come ha reagito il rapinatore? «Ha cominciato a strattonarmi e a tirare la catenina. Voleva strapparmela dal collo. Poi la ragazza che era con lui sulla macchina mi ha afferrato per un braccio e mi ha immobilizzato. Nella collutazione, la catenina stava ormai per sganciarsi. L’uomo tirava da una parte e io dall’altra. Ero disperata e ho fatto la prima cosa che mi è passata per la testa...mi sono arrotolata la catena d’oro attorno alla mano e ho sferrato un pugno contro quell’uomo. L’ho centrato dritto nell’occhio. Non è stato un pugno forte, ma è bastato a fargli mollare la presa».

E dopo? «Ho iniziato a urlare come una matta. Dai balconi si sono affacciati alcuni residenti. I due malviventi hanno acceso la macchina e sono ripartiti a razzo».

Il suo gesto è stato molto coraggioso. «Direi che è stata più una questione di istinto. Ho agito di impulso, per difendere uno dei beni più preziosi che ho. Quella catenina è appartenuto a mio marito. All’epoca l’avevamo pagata 750mila lire». 

Ha avuto paura? «Sì, tanta. Quell’uomo era grande e grosso e non mollava la presa.Temevo che mi facesse del male».