PesaroDelitto nel bosco, il legale di Meta: “Ha deciso di confessare: chiede perdono”

Delitto nel bosco, il legale di Meta: “Ha deciso di confessare: chiede perdono”

Sant'Angelo in Vado, parla l’avvocato del 20enne albanese, accusato di aver ucciso Ismaele Lulli, in concorso con Mario Mema. Quest'ultimo: "Sono rimasto solo a guardare". Giovedì i funerali Foto: i due fermati rischiano il linciaggio - i dettagli dell'orrore Leggi: la ricostruzione del delitto Video la conferenza dei carabinieri

Marjo Mema e Igli Meta

Marjo Mema e Igli Meta

Sant’Angelo in Vado (Pesaro Urbino), 22 luglio 2015 - “Il mio assistito si è assunto la piena responsabilità dell’omicidio e vorrà ribadire che non aveva alcuna volontà di uccidere”. Lo ha dichiarato l’avvocato Salvatore Asole, legale di Igli Meta, il ventenne albanese accusato, in concorso con Mario Nema, di aver ucciso Ismaele Lulli, studente 17enne di Sant’Angelo in Vado (FOTO).

Il legale ha detto che il suo assistito renderà piena confessione questo pomeriggio, nel corso di un interrogatorio davanti al pm Irene Lilliu, che si svolgerà nel carcere pesarese di Villa Fastiggi, dove Meta, insieme al connazionale Nema, è rinchiuso da ieri.

“Ha ammesso di aver attirato la vittima - continua il legale di Meta - ma solo per dargli una lezione, per un motivo passionale. La situazione gli è poi sfuggita di mano”. La difesa punta a chiedere un rito alternativo e ad escludere la premeditazione: “Ammettiamo che c’era del nastro adesivo da pacchi (con cui i presunti assassini hanno cercato di legare Ismaele, ndr), che c’erano dei guanti, ma che tutto era destinato ad altro scopo”, quello, appunto, di spaventare la vittima probabilmente con una messinscena.

“Il ragazzo mi ha pregato di dire - ha concluso il legale - che chiede perdono alla famiglia e alla cittadinanza. È fortemente provato e sa quello a cui andrà incontro”.

Dopo l’interrogatorio Igli Meta accompagnerà i carabinieri nel luogo in cui ha gettato l’arma del delitto, un coltello a serramanico (VIDEO). Meta ha deciso di confessare dopo essere stato “preso da confusione mentale”. Davanti agli inquirenti aveva fatto scena muta ed era parso, riferiscono fonti investigative, piuttosto sicuro di sé, se non “strafottente”. “Ci guardavano - ha detto il col. Antonio Sommese del Comando provinciale dei Carabinieri di Pesaro Urbino in conferenza stampa - come se dicessero: ‘perché, che è successo?”.

La versione dell'altro albanese. "Sono rimasto a guardare, non ho ucciso io Ismaele". Sono le prime ammissioni di Mario Nema, 19 anni, di Sant'Angelo in Vado, da ieri sottoposto a fermo indiziario per l'assassinio di Ismaele Lulli. Secondo quanto hanno confermato i carabinieri, il piu' giovane degli albanesi sta "collaborando parzialmente", raccontando quale sarebbe stato il suo ruolo alla Croce, dove e' stato sgozzato Ismaele Lulli. Una presa di distanze dall'altro albanese in carcere, Igli Meta, 20 anni di Urbania, che anche secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe l'esecutore materiale del delitto. Ismaele sarebbe stato colpevole di una frequentazione con Ambra, diciannovenne macedone, che Igli Meta considera la sua ragazza.