Ortopedia, gli operati restano a Pesaro

Stop al pendolarismo: “Il trasferimento a Fano ha riguardato solo sei casi di anziani“

Maria Teresa Montella, direttore sanitario di Marche Nord

Maria Teresa Montella, direttore sanitario di Marche Nord

Pesaro, 26 ottobre 2014 - All’azienda Marche Nord qualcuno legge i giornali e si rende conto che la realtà è più complessa dei piani e delle sperimentazioni. Così da mercoledì non ci sarà più il «pendolarismo forzato» in Ortopedia che aveva sollevato nei giorni scorsi polemiche da parte dei parenti degli operati. Dice la direttrice sanitaria Maria Teresa Montella: «In realtà in questi giorni, dopo l’intervento per ricomporre una frattura di femore, sono stati trasferiti a Fano per iniziare la riabilitazione sei persone di età compresa tra i 75 e i 90 anni – spiega la dottoressa —.

Molto più numerose sono state le operazioni effettuate su pazienti giovani, che hanno una degenza media di 3 o 4 giorni, i quali hanno completato il periodo post-operatorio al San Salvatore. La nostra scelta dipendeva dal fatto che, per gli anziani, la degenza media è di 11 giorni, il che permetteva di concludere tutto il percorso terapeutico nei reparti di Lungodegenza o Geriatria, come a Fano dove sono presenti, oltre che degli ortopedici, anche medici internisti, geriatri e specialisti di medicina riabilitativa».

Ma le difficoltà palesate dai parenti dei ricoverati ha convinto la direzione di Marche Nord ad allestire 5-6 posti letto a Pesaro nell’ambito di Medicina. «Partiamo da mercoledì anche per gli anziani — conferma la dottoressa Montella —, ma dobbiamo anche dire che la sperimentazione su Ortopedia ha portato ad un aumento dell’attività chirurgica, d’urgenza (a Pesaro con tutte le fratture, ndr) e programmata (a Fano in day surgery, ndr)».

Fatto sta che l’integrazione crea, comunque, problemi e polemiche che vanno gestiti. Sia all’interno dell’azienda, dove non mancano i malumori. Sia all’esterno, dove le eventuali difficoltà ed il “pendolarismo” tra i due nosocomi va fatto digerire. Mentre bisognerebbe che la politica - sempre assente in questi momenti - si desse da fare per riequilibrare le carenze ormai croniche nel settore della riabilitazione. Dove la provincia di Pesaro è decisamente sotto dimensionata, creando problemi all’azienda ospedaliera. Dove, invece, si sottolinea che l’Oculistica, Otorino e l’Urologia hanno già messo in piedi «avanzati percorsi di integrazione». Mentre quello della Chirurgia non può iniziare, essendoci ancora due primari in attività a Pesaro ed a Fano.