Tutti gli errori dell’ospedale Marche Nord: negli ultimi 6 anni, risarciti 538 pazienti

In gran parte sono colpe definite prima di arrivare davanti al giudice

Un corridoio del San Salvatore (Fotoprint)

Un corridoio del San Salvatore (Fotoprint)

Pesaro, 29 maggio 2016 - Un po' come se dietro ogni medico ospedaliero ci fosse un avvocato pronto a chiedere i danni in caso di errore. Un’immagine forse un po’ esagerata che però rende bene quanto il rapporto con i pazienti stia diventando problematico per i professionisti in camice bianco e costoso per le strutture sanitarie pubbliche.

All’ospedale Marche Nord questa litigiosità costerà 6milioni e 84mila euro. Una cifra che l’azienda ha messo a base d’asta per l’affidamento del servizio di assicurazione per i prossimi 18 mesi, ampiamente giustificata dalle 538 pratiche di risarcimento danni chiuse negli ultimi sei anni. La maggior parte riguarda errori sanitari definiti prima di arrivare davanti al giudice: o perché la richiesta era infondata, oppure perchè la persona offesa è stata risarcita con un accordo stragiudiziale. La casistica è ampia. Si va dalle fratture diagnosticate in ritardo, alle lesioni provocate durante l’esecuzione di esami clinici, alle cicatrici antiestetiche, fino a episodi più gravi: errori chirurgici che hanno provocato dolore, invalidità o pregiudicano la funzionalità di un arto o di un organo, diagnosi sbagliate con conseguenze sul nascituro, anche decessi.

NEL TRIENNIO 2009-2011 il rischio clinico è costato 10 milioni e 503milioni euro in risarcimenti, cifra che però comprende anche pratiche degli anni precedenti. Decisamente più basso quello registrato nel triennio successivo, dal 2012 al 2015, che si ferma a 1 milione 678mila euro ma solo perchè la maggior parte dei sinistri non sono ancora arrivati a definizione. L’ammontare dei rimborsi finora ha scoraggiato le compagnie di assicurazioni italiane, tanto che a vincere l’ultimo appalto in scadenza il 30 giugno è stata una società inglese, la Trust Insurance, sede a Northampton. Per correre ai ripari, la politica punta a introdurre il Garante regionale per il diritto alla salute e a trasferire l’onere della prova dalla struttura al paziente. Proposte che Monia Mancini, segretaria regionale di Cittadinanza Attiva, critica: «Nelle Marche l’ombusman regionale c’è già – spiega - Per limitare i danni bisognerebbe invece cominciare a mettere il paziente al centro del sistema, dare più attenzione ai contratti assicurativi e avere una buona gestione del sinistro». Christian Boccioletti, avvocato e figlio di medici, punta il dito contro le informazioni del web. «Molti arrivano nel mio studio con aspettative altissime, per poi restare delusi - racconta - Ai clienti va spiegato che bisogna verificare se c’è un nesso reale tra responsabilità, o comportamento omissivo, e l’effettiva lesione. E poi che la materia prevede vari tipi di danni, patrimoniale, biologico, esistenziale, morale relazionale e per ciascuno c’è un risarcimento di tipo tecnico o forfettario, che decide il giudice. Fuori da questi binari, non si va».