Tenta di esportare 57 passeri, in carcere da mesi in Venezuela

Luigi Federici, 66 anni, pesarese, è accusato di contrabbando

Un passero Tangara in una foto d'archivio (Olycom)

Un passero Tangara in una foto d'archivio (Olycom)

Pesaro, 29 novembre 2015 - Lo hanno fermato all’aeroporto di Caracas, in Venezuela. Tornava in Italia. Quelle due valigie che teneva in mano erano strane. Leggere ma colme. Le voleva portare a tutti i costi come bagaglio a mano. Prima ancora di farle aprire, i poliziotti le hanno passate ai raggi x, scoprendo che erano valigie 'cinguettanti'. Contenevano esattamente 57 specie di passeri, di provenienza amazzonica, assolutamente impossibile da esportare senza autorizzazione. Per questo, Luigi Federici, 66 anni, pesarese, sposato, un figlio, un passato alla guida della Confesercenti, con la passione per l’ornitologia, è ora in cella. Lo è a dire il vero dal 10 settembre scorso, quando il 66enne è stato bloccato in aeroporto con i suoi passeri di specie rare come i tangara, i tucuso de montaña, i pico gordo verde, i bachaquito primavera, i copeicillo violáceo e i mielero turquesa.

Federici li stava portando via dal Venezuela violando secondo la procura venezuelana una legge molto severa che punisce il contrabbando con pene fino a sei anni di carcere. Da quel momento, era il 10 settembre scorso, il 66enne pesarese, noto per esser stato a lungo anche manager della Vis Pesaro, è rinchiuso in un carcere dei sobborghi di Caracas. Al telefono, un rappresentante del console italiano a Caracas, ci ha detto: "Il signor Federici è stato fermato con due valigie contenenti 57 passeri. Era sua intenzione portarli in Italia. Da quanto abbiamo appreso, si è difeso dicendo di non sapere che fosse proibito andarsene dal Venezuela con delle specie di volatili. Ma da quel momento, Federici è in carcere e non è stato possibile per lui fino ad ora ottenere la scarcerazione. Adesso siamo nell’imminenza del processo, la prima udienza comincia lunedì. Qui è venuto il fratello di Federici a cui abbiamo spiegato quanto è accaduto e le conseguenze".

Ma all’ambasciata d’Italia hanno appurato anche un’altra cosa. Ci dice il responsabile stampa dottor Solinas: "Sappiamo che il signor Federici impegna molto del suo tempo in carcere nel fare lezione di italiano e di filosofia al personale carcerario, cioè proprio alle guardie. Questo lo sappiamo perché una nostra rappresentante va abitualmente, quasi tutte le settimane, a fare visita al nostro connazionale così come ad altri. Le sue condizioni di salute sono buone anche se si trova in regime di carcerazione. Ma a onor del vero, non si trova rinchiuso in un carcere vero e proprio. Diciamo che si tratta di una cella di sicurezza in attesa di processo, dove le condizioni generale della detenzione sono migliori rispetto al resto dei penitenziari. Nel caso di una condanna dovrà andare in un carcere vero. E questi non sono molto buoni". Il processo dovrebbe iniziare domani.