Pokemon mania, anche a Pesaro tutti a caccia di mostriciattoli

Al mare, vicino al tribunale, in piazza: la app che richiama il videogame anni '90 è virale. E c'è già il gruppo Facebook pesarese con cui ci si passano gli avvistamenti

Caccia ai Pokemon per le strade di Pesaro

Caccia ai Pokemon per le strade di Pesaro

Pesaro, 21 luglio 2016 - Gastly al mare. Haunter, lunedì era vicino al tribunale. Villa Caprile è stato un pokestop e una palestra...ma di pokemon neanche l’ombra. Di cosa stiamo parlando? Di pokemon mania, diventata virale da quando i giocatori pesaresi, appassionati dei pupazzetti dall’animo guerriero come il noto ed elettrico Pikachu, hanno scaricato dalla rete il videogame del momento cominciando a giocare, smartphone alla mano, in giro per la città rossiniana. Già perché l’innovazione di Pokemon Go, il videogioco realizzato da Nintendo e da Niantic, società specializzata in realtà aumentata, che maggiormente intriga, è quella di poter interagire con i pupazzetti «nascosti» tra in monumenti del centro storico e il lungomare, senza distinzione di sorta.

«Non lo dica a me – sorride Patrizia Cecchini, nonna di due preadolescenti – ho trascorso il pomeriggio di sabato dietro a mio nipote che ha catturato pupazzetti davanti al teatro Rossini, poi in piazza del Popolo e infine davanti la Madonna delle Grazie». Il gioco dispone di una mappa che localizza i pokemon: «Io mi sono limitata a riconoscere i monumenti e ad accompagnarci mio nipote – conferma Cecchini – lui armeggiava un po’ per poi esaltarsi e lanciarsi in un’altra caccia». Nonna Cecchini ammette di essersi divertita davanti all’entusiasmo del nipote: «Ma non penso sia un gran gioco...per fare movimento più salutare sarebbe una bella partita di pallone» osserva.

Del resto sull’efficacia di insegnare i luoghi più belli della città si dice scettico anche un giovanissimo utente, Carlo: «No, serve solo a giocare – taglia corto –. Anzi è giusto il consiglio a stare attenti a dove si mettono i piedi quando si è in azione. Veramente non ti accorgi di quanto ti sta attorno». In due giorni Carlo ha conquistato 65 pokemon. Per salire di livello è necessario collezionare punti esperienza. «Già gli autori delineano la possibilità di giocare in squadre, con gli angoli urbani a fare da sfondo a veri e propri combattimenti – conclude soddisfatto, menzionando tra i suoi colpi migliori, l’aver acchiappato Crabby in evoluzione alla Palla di Pomodoro domenica sera.

Insomma, anche Pesaro non è immune alla pokemon mania: la velocità con cui il gruppo facebook Pokemon go Pesaro è cresciuto nel numero di membri, raggiungendo in poche ore 240 iscritti, ne è una prova: il gioco piace, conquista come era previsto gli adolescenti ma spopola anche tra gli adulti, tanto che la critica sperticata è dei tanti giocatori che si lamentano di quanto l’intasamento della rete rallenti o addirittura impedisca il divertimento.

«Esca al moletto, otto pokemon intorno... manco uno preso per continui crash» è il commento, con annessi improperi, di un appassionato sulla ventina a cui gli fa eco la testimonianza di un coetaneo bene informato che annuncia il prossimo potenziamento del server per rendere più stabile la connessione. Il profilo serve a fare comunicazioni di servizio e agevolare gli avvistamenti: «Gyarados, martedì alle 17 era da bagni Bibi; Gloom a Montemaggiore sul Metauro», ma anche a dare consigli. Da quando si è sparsa la voce che «la caccia notturna porta maggiori risultati», si spiega perché Danilo prova ad organizzare passeggiate collettive a Villa San Martino; il piccolo Marco, di Mombaroccio, è stato beccato dalla mamma mentre nel cuore della notte rincorreva per la camera uno dei selvatici di terra, mentre non è leggenda l’aneddoto raccontato dal 45enne pesarese Fabio Longhini: «Un mio amico mi ha raccontato di aver telefonato a mezzanotte al proprietario di un locale affinché potesse stanare il potente pokemon nascosto all’interno». E’ finita con una risata perché «uno più fanatico di te lo trovi sempre» e anche un po’ di leggerezza alla fine serve.

Di incidenti perché la gente mentre gioca non guarda dove va ancora nessuna notizia. Stefano Viola, 21 anni, lunedì sera alle tre in Piazza del popolo ha trovato tanti appassionati giocare attirati dalla funzione Aroma. «C’è chi ci definisce auttomi: penso che chi non si sia divertito con i giochi o con le serie serie TV a tema non possa comprendere in pieno quanto questa esperienza sia per noi una specie di sogno nel cassetto che quasi si realizza».

 

POKEMON GO - COme funziona