Società sportive-Comune: l’attrazione fatale dei soldi

Sponsor e impianti gratis

Pesaro, 1 ottobre 2014 - Per capire il rapporto tra Comune e sport bisogna fare un passo indietro. Alla campagna elettorale di maggio, quando Matteo Ricci schierò due pezzi da novanta nella sua lista personale: l’ingegnere presidente del Coni Alberto Paccapelo e la presidentessa del Volley Pesaro Barbara Rossi. Un’abbinata di prestigio, che doveva servire a coprire il sindaco in quella parte di mondo sportivo rimasto deluso dalla gestione dell’assessore allo Sport uscente Enzo Belloni.

Un’operazione politico-sportiva fin troppo evidente, che è poi culminata con la defenestrazione dell’assessore “alla Polisportiva”. A dire il vero Ario Costa e Barbara Rossi, insieme all’imperturbabile uomo tutto d’un pezzo Leandro Leonardi, un paio di riunioni sulla polisportiva le hanno anche fatte. I risultati, ovviamente, sono sotto gli occhi di tutti. Ma è importante valutare il prima per capire cosa sia successo dopo le elezioni. L’operazione Paccapelo-Barbara Rossi a livello elettorale non ha portato grandi risultati.

Paccapelo, da buon sportivo, se n’è subito fatto una ragione: è tra i consiglieri più apprezzati dal principe, tanto che Matteo Ricci ha subito riaperto, su suo suggerimento, il dossier vecchio palas versione vintage. Mentre Barbara Rossi è tornata nel suo regno pallavolistico, con tanto di secondo tentativo di promozione con squadrone costruito ad hoc. A pagare pegno - se così si può dire - è stato l’assessore al ramo, trasferito ad altro incarico.

I sogni pre-elettorali sono tornati precipitosamente nel cassetto, polisportiva compresa. Ma il sindaco Matteo Ricci aveva la sua carta segreta, uno degli uomini ereditati da un predecessore poco amato: il portavoce factotum diventato il capo di gabinetto sbroglia problemi. Alias Franco Arceci.

Uno che va sul concreto e che nel corso degli anni - a nome del Comune - ha trovato risorse per la Vis, per la Vuelle ed anche per il volley. La cosa ha fatto un po’ arrabbiare il resto delle società, a cominciare dal rugby società emergente. Ma a differenza di Belloni e Paccapelo che fanno il tifo «per lo sport servizio sociale», Arceci sa bene che senza soldi e sponsor non si fa il basket di serie A, il volley di B1 con ambizioni, una B di vertice nel rugby e nemmeno la serie D in versione casalinga della Vis Pesaro. Ci ha messo un po’ per carburare Arceci, che è uomo più adatto al tranquillo Ceriscioli che all’irruento Matteo Ricci, ma alla fine sono dovuti andare tutti da lui. Altro che polisportiva. E Arceci - a nome di Ricci - ha distribuito i pani ed i pesci.

Un pizzico di sponsor per tutti e grande attenzione alla società principe: la Vuelle piena di allenatori e dirigenti pesaresi ma con soli americani in campo. All’ottimo lavoro di Ario Costa, il Comune ha aggiunto la conferma dello sponsor Heracomm Marche e l’AdriaticArena a titolo pressoché gratuito come sostegno. Un pacchetto, quello del basket, che nemmeno il “generoso” Luca Ceriscioli era mai riuscito a presentare.

Ovviamente gran parte del peso è destinato a portarlo l’Aspes spa, a cui il Comune chiederà, in fase di rinnovo del contratto di servizio, di farsi carico anche dell’ossigeno che, a questo punto, non si può negare nemmeno al cosiddetto sport sociale. A quel punto Arceci tornerà dietro le quinte ed i problemi saranno passati al presidente Pieri, che faticherà per far tornare in pari i conti dell’Aspes spa, che in caso di bilancio rosso rischia l’esistenza. Manca solo il selfie finale tutti insieme. Altro che polisportiva.