Pesaro, 9 ottobre 2012 - Resta. Non si dimette, Matteo Ricci. Sapendo che la sua Provincia non ha tanti mesi di vita, sapendo che perde l’occasione di andare a Roma. Ma non si dimette e non correrà da deputato (guarda il video). «Nonostante tutti i consigli avuti: chi mi diceva di andarmene, chi di pensare bene a quanto guadagna un parlamentare, visto che tengo famiglia». Ma lui, nulla. Resta in via Gramsci. «Non si può lasciare un territorio senza riferimenti istituzionali — ha detto Ricci —. Perché la vera rivoluzione di questi tempi è fare il proprio dovere».

 

Accantona le sue ambizione, Ricci. Ma non pensa ancora alle future amministrative. «Troppo presto per parlarne, ci devono essere ancora le primarie. Chi fa già previsioni non capisce nulla di politica. Devono decidere i cittadini e militanti chi farà il sindaco». Non scende in campo, quindi. «Perché ci aspettano mesi pieni di complicazioni, non mollo adesso».

 

Guai chiamarlo capitan Schettino. «Non ho abbandonato affatto la nave, anzi l’ho salvata. E ho salvato anche quelle di altri, dalla Prefettura alla Finanza fino alla Camera di Commercio». Una scelta in solitaria, la sua. Condivisa con la famiglia, quello sì. Ma non con il partito. «Il partito non poteva decidere per me». Così alla vigilia della sua decisione ha scelto il silenzio. Ha parlato solo questa mattina, prima di incontrare la stampa. Ha telefonato ai suoi segretari di partito, quello provinciale Marco Marchetti e quello comunale Daniele Vimini. Ha annunciato la sua intenzione di restare, forse con loro grande sollievo. Ma non molla la sua partita nazionale. «Anche se sarà più difficile farla dalla periferia...», ha ammesso. Ma Roma, vuoi o non vuoi, resta il suo sogno nel cassetto.

Le reazioni politiche, Rifondazione: "Una decisione responsabile"

Ecco il commento di Rifondazione Comunista dopo la scelta di Matteo Ricci di restare in sella alla Provincia, "La saggia decisione del presidente Ricci di restare alla guida dell'amministrazione provinciale fino alla fine del mandato se, da una parte, è indice di un forte senso di responsabilità nei confronti della sua maggioranza, degli elettori e dei dipendenti della stessa amministrazione, dall'altra è anche il risultato delle ferme prese di
posizione di Rc che ha contrastato il rischio di commissariamento di via Gramsci conseguente alle possibili dimissioni del suo presidente. La responsabilità politica con cui abbiamo affrontato gli ultimi, difficili, passaggi istituzionali, a partire dall'assestamento di bilancio, che hanno portato a questo epilogo confermano che, in questa provincia, un ruolo adeguato di governo della cosa pubblica non è monopolio di qualcuno ma è anche patrimonio della sinistra che RC, con modestia e determinazione, ha sempre cercato di rappresentare. Ora
tutti al lavoro per contrastare il soffocamento finanziario e normativo delle province tenacemente perseguito dal governo Monti!".

 

Margherita Giacchi