Pesaro, 16 aprile 2014 - «SIAMO caduti nel tranello di Giammario Spacca», afferma lapidario Cesare Venturi, presidente dell’associazione Amici dell’Azienda Marche Nord.

Cosa intende dire, Venturi?
«Che il disegno della Regione è venuto allo scoperto. E’ da lì che nascono tutti i nostri problemi, almeno per quanto riguarda la sanità».

Si può spiegare meglio?
«Il tentativo di accentrare, con la riforma delle reti cliniche, tutte le attività mediche e chirurgiche qualificanti, sottraendole agli ospedali provinciali e soprattutto a Marche Nord, si sta compiendo. Ma l’ospedale di Torrette non è in grado di soddisfare neanche le esigenze della popolazione di Ancona, tanto che per una risonanza magnetica bisogna aspettare oltre venti mesi, e allora la Regione ha convenzionato Villa Igea per un importo stimato di 140 mila euro. Questa è la manovra in atto».

Una fregatura, per noi.
«Sicuramente, Marche Nord non può realizzarsi in modo soddisfacente senza un ospedale unico. Inoltre, il processo di integrazione tra Pesaro e Fano, irrinunciabile, richiede finanziamenti adeguati che la politica non ha saputo finora garantire. Adesso bisognerebbe battersi almeno per armonizzare i due ospedali, non possiamo restare a lungo in mezzo al guado».

Allora è stata anche colpa nostra?
«E’ chiaro, siamo stati deboli. E pensare che sembrava tutto fatto, mancavano solo i soldi, ma tutti si affrettavano a dire che, se c’era l’accordo tra le due municipalità, si sarebbero trovati. Ricordo le fotografie con le strette di mano di Spacca con Ceriscioli. Invece, a palazzo Raffaello non hanno avuto remore nel mortificare la seconda città delle Marche, il capoluogo di quella che è stata negli ultimi trent’anni la provincia-guida della regione sul piano economico. Insomma, ci hanno umiliati».

Sono parole forti...
«Si tratta di fatti: non possiamo pensare che una visita specialistica sia eseguita dopo un anno, senza sospettare che si stia facendo l’interesse dei privati. Aggiungo che in questi dodici anni l’associazione Amici del Marche Nord, a titolo completamente gratuito, ha fatto di tutto per migliorare il sistema della diagnostica e delle specializzazioni richiamando a Pesaro luminari del Campus biomedico di Roma, ma allora sembrava che tutto questo non interessasse. Oggi ci ritroviamo con due nosocomi depotenziati e senza la prospettiva del nuovo ospedale, che a mio parere non si farà più».

si. spa.