Ponti d’oro ai cinesi: offerte case ed attività

Nuovi mercati nel sito riservato a investitori orientali tante proposte dalla nostra provincia

Turisti cinesi (archivio)

Turisti cinesi (archivio)

Pesaro, 13 settembre 2014 - Diventeremo la terra di “Lossini e Laffaello”? Forse. Perché anche nella nostra provincia, colpita duro dalla crisi economica, l’ultima oasi del business sembra essere diventata quella cinese. Come? Attraverso il portale vendereaicinesi.it dove, alla voce provincia di Pesaro e Urbino, si scopre come sempre più imprenditori e privati locali siano in cerca del colpaccio dagli occhi a mandorla. L’immobiliare la fa da padrone. Ma non quello di lusso. O non solo. Si trova l’appartamento ristrutturato a due passi dal centro storico di Pesaro, 140 metri per 498 mila euro, a cui seguono foto e soprattutto traduzione con ideogrammi cinesi ed equivalente in Yen. Ma anche quello più modesto con giardino a Borgo Santa Maria, la casa a schiera a Cartoceto, la villetta in periferia oppure il terreno nudo e crudo a Tavullia che, con un abile occhio all’affare, viene ribattezzato nella descrizione come “terreno nella città natale di Valentino Rossi”.

La distinzione con altre parti d’Italia, però, la fa un preciso segmento: quelli che ai cinesi vogliono vendere un lavoro. Ecco allora comparire tra gli annunci una ferramenta con 20 anni di attività, una parrucchieria avviata da 4 anni con – si sottolinea – clientela consolidata, una pescheria, una gelateria e pure un discobar trasformabile in più negozi per un totale di 760 metri quadri a 600 mila euro. Il gioco è chiaro: con questo sito, nato un anno fa dall’idea dei fratelli Simone e Alberto Toppino, gli italiani cercano di entrare in contatto con i cinesi che vivono in Italia, quelli che potrebbero avere ancora possibilità economiche che noi non abbiamo più e forza lavoro inesauribile. A 42,50 euro, il servizio base di 60 giorni che comprende traduzione e rilancio dell’annuncio sui principali canali cinesi, non si abbatte solo una barriera linguistica ma soprattutto una reciproca diffidenza culturale: si entra in un sistema fino a ieri chiuso. E in contemporanea l’annuncio esce anche nei due maggiori giornali in cinese pubblicati in Italia. Per chi vuole, c’è la possibilità di tentare di vendere direttamente in Cina. Riscontri? Non resta che aspettare. Chi è nel settore dice: i cinesi, al semaforo, non guardano se è verde o rosso. Passano se vedono che gli altri passano. Così con gli affari, tendono a seguire chi ha successo.