Porno alla Mostra del Nuovo Cinema, la Curia: "Ce n'era bisogno?"

Il settimanale della Curia contesta l’evento speciale

STAR HARD CORE Valentina Nappi, 28 anni, protagonista del cinema pornografico italiano

STAR HARD CORE Valentina Nappi, 28 anni, protagonista del cinema pornografico italiano

Pesaro, 19 giugno 2016 - Come si può affrontare un tema delicato come il sesso e la pornografia avendo a che fare con ‘Il Nuovo Amico’, pubblicazione ufficiale dell’Arcidiocesi di Pesaro? Forse con una storiella che stemperi ambiente e atmosfera: uno torna a casa, trova la moglie con l’amante, inveisce contro di lei, sei una traditrice, io che ti ho dato una dignità... e poi rivolto all’uomo: e lei la smetta almeno mentre parlo con mia moglie. Succede dunque che nel suo ultimo numero ‘Il Nuovo Amico’ critichi duramente la Mostra del Nuovo Cinema che nell’edizione di quest’anno dedica la sua sezione evento a ‘Le ragazze del porno’, cui seguirà, come da copione un po’ fantozziano, anche un convegno: 10 corti di altrettante registe italiane su un argomento al quale la rivista cinematografica «8 e1/2» dedica l’intero suo numero di maggio con lo slogan «Italian Porn, che ne è del cinema hard nell’era del porno espanso». Dove espanso significa una cosa molto semplice: che senso ha oggi, semmai ne ebbe uno, continuare a fare film porno quando con un clic sul computer puoi vedere ogni cosa e di qualunque tipo, senza distinzione di razza, età, sesso e perversione?

Dunque è pienamente condivisibile il richiamo del settimanale della Curia: «Mostra del cinema banale c’era bisogno del porno?». Quel banale dice tutto, nulla può infatti essere più indecente della banalità. Per cui, proprio come il marito che torna a casa, potremmo dire anche noi agli organizzatori della mostra quanto detto all’amante all’opera: la smetta almeno mentre parlo. Ma non si poteva discutere in altra sede un tema che susciterà comunque pruderie, urtando, più o meno ipocritamente, non solo sensibilità diverse ma anche giustamente disinteressate? Questa è arte? E chi se ne frega. E’ dunque tutto da condividere quel «C’era bisogno del porno?».

C’è però un effetto domino che la rivista mette in moto: «In città si dibatte sulle panchine di piazzale della Libertà, ma nessuna parola sul business della pornografia... fa sorridere l’idea che sdoganare la trasgressione sia fenomeno intellettuale... la pornografia che la comunità scientifica pone in stretto legame con la violenza». E che sarà mai? Non è che la pornografia l’abbiamo inventata noi pesaresi, nessuno l’ha mai difesa né riusciremo a cancellarla noi a Pesaro. C’è da credere che la sezione evento “Porno” della Mostra riguarderà solo i soliti noti e passerà senza lasciare traccia. Tuttavia, come sta scritto nell’editoriale: «Nei giornali, impunemente come mestiere, si può scrivere tutto di tutto». E anche ‘Il Nuovo Amico’ è un giornale. Dunque ammonire “humanum est”.