Lucrezia di Cartoceto (Pesaro e Urbino), 9 aprile 2014 - Calci e pugni al marito, fino ad ammazzarlo. Stefano Silvestri, 48 anni, operaio di Lucrezia di Cartoceto, è stato trovato morto domenica scorsa per un collasso dei polmoni. Ora, dopo l’autopsia di ieri, si è capito il perché: una lite avvenuta due giorni prima, venerdì scorso, con ripetuti calci all’addome da parte della moglie e la frattura di varie costole, hanno provocato il lento soffocamento e poi la morte dell’uomo

Il quale chiamò subito dopo l’aggressione il 118 ma poi telefonò ancora per annullare la chiamata in quanto si sentiva meglio. Invece è scivolato nella tragedia. La moglie, Paola Battistelli, 46 anni, ex infermiera, ora ricoverata in psichiatria, è accusata di omicidio preterintenzionale. Almeno per ora. Presto verrà sottoposta a perizia psichiatrica per stabilire se è in grado di affrontare le fasi dell’indagine e del processo.

L’autopsia sul corpo dell’uomo è stata effettuata ieri dal dottor Raffaele Giorgetti dell’istituto di medicina legale di Ancona e anche se il medico si è riservato di formulare il suo referto definitivo, ha potuto avanzare agli inquirenti le prime risposte che non lasciano dubbi su quanto è accaduto al 48enne. In casa inoltre, sono state rinvenute grosse macchie di sangue sul materasso e sul divano (dovute alle ferite alla testa), a riprova dell’estrema gravità dell’episodio verificatosi 48 ore prima della morte.

In quelle stanze, dove sono ancora tangibili i segni del raptus violento della donna, sarà effettuato domani un accurato sopralluogo da parte del sostituto procuratore Monica Garulli e dai carabinieri affiancati dall’avvocato difensore della signora, il legale pesarese Alberto Coli oltre che dal medico patologo che ha effettuato l’autopsia.

Dalle testimonianze raccolte, intanto, emerge che tra Silvestri e la moglie c’erano già stati diversi scontri furiosi. In particolare un anno e mezzo fa, quando i vicini allertarono sia i carabinieri che la polizia municipale, che trovarono entrambi con diverse ferite da taglio. E i vigili sono intervenuti anche venerdì pomeriggio, chiamati ancora una volta dai vicini di casa, allarmati dalle urla provenienti dall’appartamento dei Silvestri; quando sono sopraggiunti, però, la situazione era già ‘rientrata’ e hanno trovato la Battistelli e la figlia della coppia sull’uscio di casa apparentemente tranquille.

La donna, poi, ha raggiunto in macchina da sola il reparto di psichiatria dell’ospedale di Pesaro, dov’è tuttora ricoverata e dove è in cura da diversi anni. Ieri i carabinieri hanno notificato alla Battistelli l’informazione di garanzia per l’accusa di omicidio preterintenzionale e mentre le consegnavano il documento avrebbe detto: «Non è che Stefano è morto per le botte che gli ho dato?». Il funerale dell’uomo si svolgerà oggi alle 16.

Sandro Franceschetti