La tragedia di Valentino Baldini, il dolore degli amici

Il giovane operaio morto sulla Montelabbatese nel ricordo di chi gli voleva bene

Valentino Baldini, morto dopo un frontale

Valentino Baldini, morto dopo un frontale

Pesaro, 6 dicembre 2015 - Ha passato l’ultima notte della sua giovane vita davanti al grande amore di questo periodo: la batteria. Valentino Baldini si era avvicinato alla musica due anni fa e ne era stato travolto. A raccontarlo è Diego Cardinali, uno dei batteristi più ‘forti’ del momento (membro dei Barely Awake), che era stato suo compagno di scuola al Benelli e dal quale prendeva lezioni.

«Lo conoscevo da sette anni, ma la nostra amicizia è cresciuta molto di più una volta finita la scuola, proprio grazie alla musica - racconta Diego -. E nel dolore che provo in questo momento, mi consola sapere che le ultime ore della sua esistenza sono state belle: ‘Tino’ era innamorato della batteria e anche della sua ragazza, con la quale stava da poco, ma erano veramente presi».

Diego non era con lui l’ultima sera: «Ci eravamo visti due giorni prima. Ma so che Valentino è stato in sala prove, in via Giolitti, fino a tardi giovedì, poi ha dormito a Pesaro, non so dove, a volte non aveva voglia di tornare fino a Montelabbate dopo aver suonato, preferiva fermarsi in città. Forse era stanco, chissà» sospira.

Doveva ancora trovare il suo centro questo ragazzo, cresciuto con una famiglia di ‘sostegno’ perché la sua non aveva funzionato.

FEDERICA Mei, 41 anni, lo ha preso in braccio la prima volta che aveva due anni e ora deve dargli l’ultimo, inaspettato, abbraccio: «Appesi il mio annuncio per fare la baby sitter, come tante ragazze: mi chiamò la nonna di Valentino, visto che abitavamo poco distante, nel quartiere di Soria. Lo portavo all’asilo, poi il pomeriggio era sempre con me, a casa mia - ricorda -. Era diventato ormai un componente della famiglia, tanto che per anni ha continuato a venire a pranzo o a cena, anche quando era più grande».

Era nato a Cesena, ma là non ci ha mai vissuto: «No - conferma Federica -, forse è lì che i suoi si sono conosciuti, ma i rapporti con la madre erano inesistenti. Valentino era pesarese, è cresciuto qui, con la nonna paterna e la zia. E con noi. Sono stata per lui un po’ sorella, un po’ mamma, ho il cuore a pezzi» dice, e singhiozza al telefono. Ci tenevano talmente a lui che il marito di Federica, Andrea Perugini, gli aveva offerto un lavoro nella sua fabbrica, la Glass Tech, dove Valentino stava andando quando l’Opel Corsa grigia ha terminato la sua corsa contro quel fugone, venerdì mattina: «Avevo solo un cruccio per Valentino: pensavo che in fondo era solo - mormora Federica -. Ma lui era una persona positiva e ora sapevo che aveva la ragazza, mi aveva detto che a Natale voleva farmela conoscere. Sapevo della sua passione per la musica. E poi amava leggere. Un ragazzo profondo, era sempre andato bene a scuola, poteva fare tante cose nella vita....». Sarà molto dura, domani, dirgli addio.