Ratti festeggia i 70 anni

Con Silvana un viaggio nella città che è mutata

Silvana Ratti con la figlia Matilde

Silvana Ratti con la figlia Matilde

Pesaro, 26 novembre 2015 - E’ di Pietro la prima pietra. Pietro è Ratti, il fondatore, assieme alla moglie Licia della più nota boutique della città, e non solo. Il tutto avvenne 70 anni fa. E sabato si festeggia questo compleanno nel grande negozio di via Rossini: prima ondata alle 17, la seconda alle 22. Da qualche anno a mandare avanti questa ‘fabbrica’ del lusso la figlia Silvana e la nipote del fondatore, Matilde di 34 anni «che ha sempre vissuto questo ambiente perché me la sono portata in braccio, da piccola, anche alle sfilate di Milano e Parigi», racconta Silvana Ratti. Tanto per capire: quanto fatturate e quante persone occupate? «In totale siamo ottanta, divisi tra Pesaro, la maggior parte, e Bologna». Il fatturato? «Siamo vicini ai 30 milioni di euro». Differenza tra Pesaro e Bologna? «Il negozio di Bologna è per i bolognesi. Questo di Pesaro è anche nazionale e internazionale». In che senso? «Che abbiamo anche una bella clientela fatta anche da russi e da cinesi». Dei russi si sa, ma i cinesi dove sono? «Ci sono, ci sono – dice Silvana Ratti –. E dirò che sono anche molto esigenti e molto attenti alla moda. Una volta venivano e ripartivano, ora invece si fermano anche a dormire grazie al fatto che abbiamo un hotel a 5 stelle e cioè l’Excelsior». Portafoglio dei russi da uno a dieci? Ride Silvana Ratti e poi risponde: «Direi venti». Facciamo un po’ di taglia e cuci: dica tre pesaresi eleganti... «Di quelli attuali non fa... mi capisce. Di prima direi che al primo posto metto mio padre, quindi mio marito e poi il notaio Mario Marchionni». Citiamone uno tra i vivi, forza? «... direi Alberto Alimenti». Un politico elegante? «Onestamente non me ne viene in mente uno». Una signora della politica? «...Nemmeno» Indietro: Arnaldo Forlani non era male... «Direi che era sobrio più che elegante. Se dovessi citare un politico elegante direi Alfano». Il cliente che viene da più lontano? «Da Bari, ma tanti arrivano da Roma ed anche da Milano e Torino». La borghesia pesarese esiste ancora? «Certo, forse non nei termini di una volta, ma per le grandi occasioni c’è sempre» Il cliente che ricorda meglio? «La signora Ester Merloni, la sorella di Vittorio, Antonio e Francesco. La chiamavo zia. Capiva di arte e di moda, mi dava consigli, una vera amica. Mi ha aiutato a crescere nel mio mestiere. Poi direi la signora Tittarelli». Il più gentile? «Certamente l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano» Settanta anni: come è cambiata Pesaro? «All’inizio non era facile anche perché la gente non sapeva nemmeno che le gonne si potevano anche acquistare confezionate». Poi...  «Poi l’ha cambiata la crisi con la fine di molti mobilieri. Devastante. Una città più povera, ma non la sola città che si è impoverita». La cosa migliore? «Certamente il Rof che ha dato alla città un respiro internazionale». Ora torna il vecchio palas e quindi torna il Rof...  «Una bella cosa perché il centro tornerà a rianimarsi». Il centro... «Il centro deve essere più curato. Va detto però che nell’ultimo anno la città si è un po’ animata attraverso una serie di iniziative». Come arriva suo padre Pietro Ratti a Pesaro, giocatore dell’Ambrosiana, ora Inter? «I genitori erano sfollati e in vacanza a Pesaro. Qui ha conosciuto mia mamma Licia, che era figlia del sarto Pezzodipane. E’ scoccata la scintilla, si sono sposati ed è partita la boutique Ratti, lungo il Corso. Una grande coppia perché entrambi amavano questo lavoro». Una cosa di suo padre? «Voglio ricordare una cosa: quando Brioni, grandissimo sarto, aveva pronto il campionario voleva che il primo a vederlo e a giudicarlo fosse mio padre che doveva andare a Penne, in Abruzzo». Conta il lavoro, la professionalità e poi... «Il passa parola conta molto. Per questo ho clienti da Roma, Milano, Torino e Bologna. E non a caso sono trent’anni che ho l’esclusiva di Hermes».  Dare e avere... «La città mi ha dato molto, ma credo di aver dato anch’io alla città». Il pr di una nota signora della moda ha detto: ‘Questa è una città che va derattizzata’. Che dice? «Che è un cretino»

m.g.