Sanità, l'accusa Cgil: Ancona mangiatutto. "A loro 21 milioni, a noi le briciole"

"In provincia solo 800mila euro per l'ospedale di Fossombrone"

Simona Ricci, Cgil

Simona Ricci, Cgil

Pesaro, 31 ottobre 2014 - Nel quadro della progressiva spoliazione della sanità provinciale è sempre più evidente che Ancona, pur di sopravvivere, sta «divorando i propri figli». A sostenerlo è Cgil Pesaro-Urbino che con una nota congiunta firmata dalla segretaria generale Simona Ricci insieme a Catia Rossetti, segretaria del sindacato pensionati, e Roberto Rossini, segretario del settore Funzione Pubblica, chiede di aprire un confronto, anche istituzionale e che coinvolga l'intera comunità provinciale, in merito alla ripartizione (ancora una volta penalizzante per il territorio di Pesaro-Urbino) dei finanziamenti destinati alle residenze sanitarie non ospedaliere, alla rete delle cure domiciliari e alle Case della salute.

«Mentre i due sindaci di Pesaro e Fano tentano l'impossibile scrivono Ricci, Rossetti e Rossini - e cioè recuperare gli incredibili tagli di posti letto che Marche Nord e l'intera rete ospedaliera provinciale hanno subìto con la delibera 735 del maggio 2013, tra agosto e settembre la Giunta Regionale ha dato esecutività ad una serie di atti che, messi in fila, danno bene l'idea di come stia continuando l'impoverimento della sanità provinciale». La Cgil fa riferimento al decreto 1013 dell'8 settembre scorso con il quale sono stati riassegnati circa 32 milioni di euro del Fondo di premialità ai bilanci per l'anno 2014 delle aziende del Servizio Sanitario Regionale, ovvero Asur, Marche Nord (a cui sono andati 2,6 milioni di euro), Torrette e Inrca.

«Dei 21 milioni complessivamente assegnati all'Asur prosegue la Cgil il nostro territorio vede solo l'assegnazione di 800mila euro all'ospedale di Fossombrone per l'acquisto di una nuova risonanza magnetica. In questa cifra rientrano anche gli 8 milioni destinati al sistema regionale della residenzialità non ospedaliera, alle cure domiciliari e alle case della salute. Ebbene, si scopre che dei 110 posti aggiuntivi per i centri diurni Alzheimer da noi non ne arriverà nemmeno uno. La seconda e terza città delle Marche continueranno a disporre rispettivamente di 14 e 16 letti, meno di tutte le altre città marchigiane».

Anche all'interno della provincia la situazione presenta pesanti squilibri: «Dei 200 posti aggiuntivi nelle residenze protette per anziani non autosufficienti, solo 35 verranno assegnati all'Area vasta 1, di cui 30 a Pesaro e solo 5 a Fano, il cui distretto gestisce un bacino d'utenza che arriva fino a Pergola». E ancora: dei 193 posti letto convenzionati nelle residenze protette del Distretto di Pesaro, ben 153 sono a Pesaro città e 40 a Mombaroccio. Il Distretto di Fano raccoglie quasi 139mila abitanti e dei 295 posti convenzionati, solo 70 sono nel territorio del comune di Fano.

Infine, per ciò che riguarda le tanto attese Case della Salute, lo stanziamento previsto da qui a fine anno per 5 strutture, una per Area Vasta, è di appena 1 milione di euro. Dove sorgeranno, se saranno pubbliche o private, non è dato sapere. «Riteniamo sia fondamentale che si discuta di questo concludono Ricci, Rossetti e Rossini - La sanità è in realtà una macchina che andrebbe curata in ogni ingranaggio, dalla prevenzione, all'ospedale, al territorio, e non può essere questione di due sindaci ma dell'intera comunità provinciale». A breve ripartirà il confronto regionale su un ulteriore stanziamento di risorse per altri 400 posti nelle residenze protette per non autosufficienti e 80 posti di Rsa. A chi verranno assegnati?