Caro Ceriscioli, cambi la sanità

IL COMMENTO

Pesaro, 5 luglio 2015 - Non sappiamo se quanto denunciato agli ospedali di Pergola e Cagli per la riorganizzazione dei punti di primo soccorso sia davvero un ulteriore depauperamento deciso subito dopo le elezioni oppure solo rimodulazione dovuta al periodo di ferie. Una risposta da parte dell’Asur o del presidente-assessore regionale sarebbe però necessaria.

D’altra parte il pericolo vero della scelta di Luca Ceriscioli è quello di lasciare in mano ai cosiddetti direttori (o manager) il rapporto con gli enti locali e la pubblica opinione.

Negli ultimi 10 anni questa opzione costruita dall’ex-assessore Almerino Mezzolani si è rivelata un disastro. Comunicazioni minime, malfatte e spesso interrotte. Autoreferenzialità dei dirigenti in carica, incapacità di affrontare un confronto reale con un’opinione pubblica sempre più alle prese con una sanità che non dà risposte e dà problemi.

Oltre a scegliere bene, magari dando anche qualche segno di discontinuità, i manager della Sanità, il neo-presidente dovrà anche far capire loro che chiusi nelle torri d’avorio dei loro poteri, circondati da un tot di signorsì ultra pagati non possono che trovarsi sempre nel mirino dei cittadini. Se le liste d’attesa sono lunghissime, i tempi al pronto soccorso biblici, il rapporto con i medici basato quasi esclusivamente sulle visite a pagamento, il nomadismo per le eccellenze e anche, talvolta, per le emergenze, obbligato, perché mai il bilancio regionale dovrebbe pagare fior di stipendi e di indennità ai signori manager? Se ci sono leggi sbagliate i nuovi consiglieri regionali si facciano carico di cambiarle, perché il sistema così com’è, almeno da queste parti, non funziona.

Infine un altro consiglio non richiesto al presidente. Si occupi di Banca Marche, chieda a Bankitalia di non punire oltremodo 3 fondazioni e oltre 40.000 soci. Hanno già dato.