Sanità, pazienti ‘sballottati’ da Pesaro a Fano

La riorganizzazione del reparto di Ortopedia degli ospedali fa discutere e crea disagi

Foto archivio

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Pesaro, 24 ottobre 2014 - Malati sballottati tra l’ospedale di Pesaro e l’ospedale di Fano; familiari costretti a un pendolarismo forzato o a ricorrere all’assistenza privata per assistere i propri cari appena operati; inevitabili polemiche sulla conseguenze che questi trasferimenti potranno avere sul decorso clinico dei ricoverati. Ci sono tutti gli ingredienti dell’ennesimo pasticcio sanitario nella riorganizzazione del reparto di Ortopedia degli ospedali Marche Nord che prevede una separazione netta tra gli interventi ortopedici d’elezione o programmati, che saranno effettuati solo nella sede di Fano, e il trattamento in urgenza dei traumi che sono stati concentrati al presidio di Pesaro.

A quattro giorni dall’avvio della nuova sperimentazione fioccano le lamentele per il “traffico” di pazienti tra gli ospedali delle due città. Particolarmente esplicative due lettere recapitate al Carlino: nella prima, la signora Daniela Sanchi segnala lo “spostamento dei pazienti ortopedici dall’ospedale di Pesaro all’ospedale di Fano, dove rimangono solo tre giorni, mentre i pazienti che si sono infortunati nel comprensorio di Fano vengono visitati a Fano e poi traferiti a Pesaro per l’intervento e poi di nuovo, nella terza giornata, riportati a Fano per una degenza di altri tre giorni. Perchè si fa tutto questo – si domanda la Sanchi - Per risparmiare cosa, e quanto, o per accontentare chi?”. Nella seconda, il signor Claudio Salvi racconta il calvario della mamma novantaquattrenne: operata di femore a Pesaro dopo una caduta accidentale, è stata spostata dopo tre giorni a Fano per la degenza e sarà costretta a muoversi una terza volta, nell’arco di soli dieci giorni, per entrare in una struttura assistenziale del territorio.

“Tutto questo in ragione di cosa – s’interroga Salvi - di risparmio di costi, di razionalizzazione? Non si tratta piuttosto di una dispersione di risorse per i continui trasferimenti in ambulanza, per i ricoveri, la trasmissione delle informazioni? Spero che molto presto qualcuno debba rendere conto di questa ennesima “follia” e dei danni che sta procurando ai cittadini”. Dal canto suo la direzione ospedaliera non raccoglie le polemiche, preferendo rispondere i numeri: «Dopo l’intervento per ricomporre una frattura di femore, sono stati trasferiti a Fano per iniziare la riabilitazione cinque persone di età compresa tra i 75 e i 90 anni – spiega la dottoressa Maria Teresa Montella – Più numerose sono state le operazioni effettuate su pazienti giovani, che hanno una degenza media di 3 o 4 giorni, i quali hanno completato il periodo post-operatorio al San Salvatore. Per gli anziani il discorso è sempre diverso – continua il direttore sanitario - In generale la degenza media è di circa 11 giorni, per poi essere dimessi e trasferiti all’interno delle residenze sanitarie assistenziali. Molti, però, con il trasferimento a Fano concluderanno il proprio percorso terapeutico nei reparti di Lungodegenza o Geriatria, dove resteranno per il tempo necessario al recupero con una competenza clinica più appropriata grazie alla presenza, oltre che degli ortopedici, anche di medici internisti, geriatri e specialisti di medicina riabilitativa. Questo eviterà ulteriori spostamenti in strutture esterne all’azienda, tranne nei casi in cui i pazienti non sono nelle condizioni di tornare a casa”. Proprio per conoscere in tutte le sue pieghe l’impatto della nuova organizzazione del reparto, l’Azienda Marche Nord sta distribuendo un questionario ai familiari dei 5 pazienti operati a Pesaro, e inviati successivamente a Fano. “Al momento l’unica criticità emersa riguarda il disagio legato al trasferimento da Pesaro a Fano del familiare che deve assistere il malato – spiega la dottoressa Montella - Sul tema della tempestività dell’intervento, avvenuto per tutti i cinque pazienti anziani nell’arco delle 48 ore, o sulla qualità dell’assistenza, nessuno ha lamentato una cattiva gestione”.