Mercoledì 24 Aprile 2024

“La sclerosi multipla ha minato il mio corpo ma non smetto di sognare”

Il racconto di Ivan Cottini, fotomodello colpito da una forma aggressiva della malattia

 Ivan Cottini, 30 anni, affetto da una forma molto aggressiva di sclerosi multipla (foto Franceschetti)

Ivan Cottini, 30 anni, affetto da una forma molto aggressiva di sclerosi multipla (foto Franceschetti)

Fermignano (Pesaro), 6 dicembre 2014 - Giovane, lo sguardo che buca l’obiettivo, il fisico scolpito e un sogno che man mano si sta realizzando: diventare fotomodello di successo. Poi, ad appena 28 anni, la vita cambia di colpo, una nuvola densa e scura offusca l’orizzonte. Compaiono i primi, gravi, sintomi e la diagnosi è devastante: sclerosi multipla, per di più in una forma particolarmente aggressiva.

Ivan Cottini, 30 anni adesso, di Fermignano, quasi due lustri di carriera alle spalle come fotomodello emergente e due importanti partecipazioni ad altrettante trasmissioni televisive, si trova all’improvviso a fare i conti con un destino difficile. «I primi segni della malattia si sono manifestati ad aprile dell’anno scorso – racconta -, una brutta diplopia (lo sdoppiamento della vista, ndr) seguita dopo alcune settimane da gravi problemi a deglutire, masticare e parlare. Gli accertamenti hanno dato subito un responso chiaro: sclerosi multipla, in una forma molto violenta. Nel giro di pochissimo ho perso tutto, mi si sono chiuse le porte del lavoro, sul quale avevo riposto i miei sogni e mi ha lasciato anche la ragazza».

Adesso come stai?

«La sclerosi ha continuato a minare il mio corpo. Ora come ora riesco a stare in piedi solo appoggiandomi alle stampelle e se devo fare più di qualche metro ho bisogno della carrozzina; in più ho un problema alla mano sinistra».

Che ospedale ti segue?

«Il San Raffaele di Milano, che vista la particolare aggressività della mia malattia ha elaborato una cura sperimentale che prevede l’assunzione di 14 medicine al giorno e tantissima fisioterapia. Da quando seguo questo protocollo il decorso è rallentato molto e, comunque, anche se solo tirarmi su dal letto, ogni giorno, per me è una difficoltà enorme, non rinuncio al mio nuovo grande obiettivo».

Quale obiettivo?

«Lanciare un messaggio forte e chiaro a tutti coloro che vivono situazioni difficili: non bisogna mai arrendersi, neanche di fronte a casi gravi come il mio. Non facciamoci portare via i sogni. Io me lo ripeto tutte le mattine che non sarà la malattia a togliermeli».

Con quali strumenti cerchi di trasmettere questo messaggio?

«Innanzitutto con i social. Su Facebook ho più di 6mila contatti e in 2 mesi scarsi da quando ho creato il gruppo “Amici di Aism (l’Associazione Italiana Sclerosi Multiplam, ndr) in Provincia” siamo già 4mila. Pubblico in continuazione foto e pensieri per portare avanti la mia battaglia contro la rassegnazione. Spesso si tratta di immagini che mi ritraggono in situazioni pazze, d’altronde più d’una volta al San Raffaele ho organizzato gare in carrozzina per i corridoi. Voglio far vedere che sono io, mattina dopo mattina, a vincere sulla malattia, anche se non riesco a camminare e ad impugnare le cose».

La gente ti risponde?

«Eccome. In tanti, sempre di più, mi scrivono e mi ringraziano perché seguendo le mie sollecitazioni trovano la forza per affrontare la giornata. E’ questo il mio nuovo, gratificante, lavoro; per certi aspetti molto meglio di quello da modello, che magari in futuro riprenderò».

Ci pensi davvero?

«Si. E non tanto per me, ma per abbattere il muro che separa il mondo dei normali dai disabili. Credo che la società sia pronta per vedere anche una pubblicità con un modello in carrozzina».

Intanto hai già fatto un calendario.

«Proprio così; uscirà fra pochi giorni e lo distribuiremo sia nei negozi che nelle manifestazioni natalizie provinciali. Io sono il protagonista principale, ma ci sono anche altri ragazzi e ragazze con la sclerosi e nostri amici. Il ricavato andrà interamente all’Aism».

E’ vero che hai trovato anche una nuova fidanzata?

«Certo che si; è bellissima, sopporta tutte le mie pazzie e quando mi dice che esagero io le ricordo che “non esiste oceano che non possa essere superato”».