Un sms per denunciare bulli e spacciatori

Attivato dalla Prefettura: è il numero 43002, con o senza prefisso. Segnalazioni verificate

Bullismo (foto Newpress)

Bullismo (foto Newpress)

Pesaro, 29 ottobre 2014 - Come può essere dura la vita a 14 anni se si finisce per essere lo zimbello della classe. Quello al quale la merenda vola regolarmente giù dalla finestra o che si prende lo scapellotto ogni volta che i compagni buttano qualcosa nel cestino. Fino agli episodi più gravi che si delineano come vere e proprie vessazioni che sconfinano nella violenza: nelle scuole della provincia tre ragazzi su dieci dichiarano di esserne vittima. Prepotenze, aggressioni, estorsioni, umiliazioni che da oggi possono essere segnalati alle forze dell’ordine con un semplice sms.

L’iniziativa, che rientra nella campagna del Viminale intitolata «Sì alla scuola, no droga, no bullismo», è stata presentata dal prefetto Attilio Visconti durante l’ultima riunione del Tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica al quale, tra gli altri, hanno partecipato il questore, Antonio Lauriola, il procuratore di Urbino, Alessandro Cannavale, le dirigenti Francesca Campagna e Susanna Testa dell’Ufficio Scolastico Provinciale, la preside del Liceo Mamiani, Marcella Tinazzi.

Il piano coordinato dalla Questura prevede l’attivazione di un servizio sms, che risponde al numero 43002 preceduto dal prefisso della città, che consentirà a genitori, studenti e agli stessi operatori scolastici di segnalare la presenza di pusher fuori dalle scuole e i casi di bullismo. «Chi segnalerà questi episodi sarà protetto dalla massima riservatezza e non spenderà nulla — ha assicurato il questore — Faremo ogni sforzo per proteggere chi denuncia, soprattutto se è minore».

Le informazioni inviate dai vari centri della provincia arriveranno alla Sala operativa della Questura, dove saranno esaminate e verificate prima di programmare gli interventi da parte delle forze in servizio in quel momento su Pesaro, Fano e Urbino e chiedere, quando serve, l’intervento dei servizi sociali o della magistratura: l’obiettivo è far emergere gli episodi gravi che restano nell’ombra, ma che possono dare una mano alla sicurezza di tutti.

«Ci stiamo organizzando per fare in modo da rendere il servizio il più tempestivo possibile», ha assicurato Lauriola, chiedendo la massima collaborazione da parte delle scuole che hanno accettato di pubblicare il numero anti-bullismo nei propri siti istituzionali: «Abbiamo bisogno di arrivare in profondità, evitando segnalazioni inutili. Per questo è necessario spiegare ai ragazzi cos’è lo spaccio. E cosa significa bullismo».

Che il problema esista, soprattutto nel secondo caso visto che il primo è costantemente monitorato dalle forze dell’ordine, lo conferma l’indagine «Scherzo, litigio, bullismo, reato» pubblicata nel 2013 da Susanna Testa dell’Ufficio Scolastico Provinciale: il 27 per cento degli studenti nelle scuole medie inferiori e superiori ha dichiarato di essere vittima di atti di bullismo che, in 3 casi su dieci, avvengono all’interno delle aule scolastiche. In maggioranza sono violenze fisiche (17 per cento), minacce (15,8%), offese (17,1%). Ma i ragazzi fanno fatica a confessarsi (16%), tutt’al più ne parlano con un compagno (47%). «Siamo allo stesso livello delle grandi città del nord», osserva Susanna Testa, che ha anche denunciato la preoccupante crescita di altri fenomeni come lo stalking e il cyber-bullismo perpetrato attraverso i social-network.

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