Giovedì 25 Aprile 2024

Soffitti crollati, cumuli di calcinacci. Ecco l’ex manicomio dimenticato

Pesaro, nessun rilancio per la struttura dove Lombroso fu direttore

DESOLAZIONE L’interno dell’ex manicomio che cade  a pezzi (Fotoprint)

DESOLAZIONE L’interno dell’ex manicomio che cade a pezzi (Fotoprint)

ALESSANDRO MAZZANTI

PESARO, 18 ottobre 2014 - UN ‘GIGANTE’ ridotto a calcinacci, una vergogna da decenni ‘sparata’ in faccia alla città. Questo è adesso l’ex manicomio San Benedetto, 17mila metri quadri incastonati nel centro storico di Pesaro, tra verde ed edifici, da circa 20 anni totalmente avulso alla città, ancora di più di quando nelle camere luride urlava la follia che il resto della città non voleva sentire.

Cesare Lombroso provò, in quei 9 mesi in cui fece il direttore, nel 1872, a migliorare le loro condizioni di degenza, come altri riuscendovi solo in parte. Da certi soffitti si vede il cielo, muri esterni transennati, se chiedi all’Asur di visitarlo gli ingegneri ti rispondono «lasciate perdere, non è sicuro», e l’unico sistema per riaprire alla città quest’area pregiatissima, che ne trasformerebbe il centro storico, con gallerie commerciali, un parco interno che andrebbe a collegarsi con quelli vicini degli Orti Giuli e della rinomata biblioteca San Giovanni, è che la Regione Marche riesca a vendere gli immobili di cui è proprietaria (al 90%, il restante 10% è del Comune).

NELLA TABELLA inserita nello studio di fattibilità del nuovo ospedale Marche Nord, relativa alla stima degli immobili da cedere, la Regione, mesi fa scrive una cifra, 19,5 milioni di euro, incasso sperato (da rivedere al ribasso) dalla vendita appunto degli immobili del San Benedetto, con la dicitura a fianco: «E’ necessario trasformare l’area a destinazione sanitaria (6.420 metri) a terziario residenziale». Insomma, gli uffici all’Asur non servono più, visto che ha trasferito la sede centrale a Fano. Di fatto, questo significa legare il sogno della ristrutturazione dell’ex manicomio ad altro sogno ancora più evanescente, l’ospedale unico. Quei 19,5 milioni, infatti andrebbero a finanziare la realizzazione di un’opera di cui si parla da anni ma per la quale non esiste neanche l’accordo su dove localizzarla.

PENSARE che il Comune di Pesaro, per la riqualificazione del San Benedetto aveva redatto nel 2007 un progetto esecutivo. E aveva iniziato a sognare. Poi quel cambio di esigenze e la ‘leva’ per la ristrutturazione del San Benedetto che si scioglie come neve al sole. L’unica altra leva, è vendere.

MA CHI, di questi tempi, può tirare fuori fino a 19,5 milioni di euro per acquisire quell’area? L’assessore all’Urbanistica del Comune di Pesaro, Stefania De Regis, allarga le braccia: «Vista la nostra piccola quota di proprietà, siamo solo uno strumento di volontà altrui». La Regione Marche, appunto. Ma cosa continuiamo a perdere, tenendo il San Benedetto a marcire? «Tantissimo — risponde l’assessore, assieme al funzionario dell’Urbanistica, Nardo Goffi —. Ci perdiamo molto verde pubblico (5.680 metri), 140 parcheggi interrati, l’espansione degli spazi della San Giovanni, e soprattutto ci perdiamo un pezzo di città: che resta ‘recinto’ morto».