Pesaro, 30 settembre 2010 - Uno spaccato di vita giovanile sullo sfondo della Urbino universitaria e della Pesaro degli anni ’90. Vissuta attraverso le emozioni, le inquietudini, le passioni di Arianna, la complessa ragazza protagonista de 'Il mai'. Il romanzo, opera prima della scrittrice pesarese Annalisa Casalino è da oggi in libreria e sembra già destinato a far parlare di sé, oltre che per i temi trattati, per le ambientazioni familiari ai pesaresi, e per il linguaggio, diretto e ironico.

Il nucleo narrativo si sviluppa a partire dal furto del romanzo scritto dalla protagonista ai tempi dell’università, da parte di un’amica e compagna di studi. C’è qualcosa di autobiografico in questo?

"In questa idea no. Nessuno mi ha rubato un romanzo, almeno non ancora per fortuna. La trama è completamente inventata, per caratterizzare i personaggi e la storia ho utilizzato il punto di vista che preferisco, quello di osservatrice".

Quindi, anche se il libro è scritto in prima persona lei non si identifica con Arianna?

"No, non sono io Arianna. Diciamo che lei è il personaggio che più mi somiglia, anche se in quasi tutti c’è qualcosa di me. Con la protagonista ci sono affinità reali: anche lei è figlia di un libraio, è laureata in Lingue a Urbino, ha un rapporto privilegiato con la Spagna e una vera passione per la letteratura".

Nel suo romanzo si toccano temi come la realizzazione di sé, il passaggio all’età adulta, l’amicizia, i legami familiari, il tradimento, ma anche i riti di un mondo giovanile border line che passa per la sessualità spregiudicata e le droghe...

"Queste esperienze estreme mi servivano per rendere credibile una storia che riguardava i giovani universitari di quegli anni, ma non solo di quegli anni. Grazie al mio lavoro (Annalisa Casalino è insegnante, ndr) mi sono resa conto che anche gli adolescenti e i ragazzi di oggi spesso passano attraverso le stesse esperienze, alla ricerca della propria identità, dell’affermazione di sé".

La protagonista ha un rapporto ambiguo di amicizia-amore con la ladra del libro...

"L’ambiguità sessuale di Arianna mi ha aiutato a rendere meglio la sua complessità, i tormenti del personaggio. Arianna è una ragazza che sta crescendo. E alla fine c’è una maturazione in lei".

Si sente più insegnante o più scrittrice?

"Sono entrambe le cose, ma la scrittura ce l’ho dentro. Ho cominciato a 12 anni: scrivevo racconti, storie, pensieri, ma soprattutto ho sempre letto tanto".

Quindi questo libro è un sogno che si ralizza?

"Certo. L’ho scritto circa due anni fa, poi l’ho mandato a qualche editore senza crederci più di tanto, fino a quando la 'Autodafè' questa piccola casa editrice milanese che predilige autori esordienti, ha accettato il mio manoscritto".
 

Cosa consiglierebbe a suo figlio se le dicesse di voler fare lo scrittore?

"Di cominciare a scrivere. Ma per prima cosa di leggere: dai libri per ragazzi agli autori che per me sono fondamentali come Eco, Saramago, Marquez... La lista sarebbe infinita".