Pesaro, 12 luglio 2013 - Ad essere considerata una bacchettona o un censore dell’ultim’ora, Simona Ricci, segretaria della Cgil, non ci sta proprio. I giorni scorsi, sulla sua pagina Facebook, aveva definito la presenza della soubrette Raffaella Fico alla sfilata organizzata dalla Cna per sabato "inopportuna" e "poco dignitosa". E immediatamente si è alzato il polverone. "Devo dire però — spiega la segretaria della Cgil — che ho ricevuto numerossissimi attestati di stima, da tanti amici e conoscenti che mi hanno scritto dei messaggi di solidarietà".

Anche uomini?
"Anche tanti uomini. Anche professori che mi hanno scritto su Facebook".

Qualcuno per la polemica sulla Fico l’ha definita "razzista al contrario". Che cosa risponde?
"Non mi sento assolutamente così. Questa per me non è una questione di stato, lo voglio sottolineare, ma credo fermamente in alcuni principi in cui credono centinaia di donne che, anche a livello provinciale, si battono perché il corpo delle donne non sia mercificato".

In questo caso però si tratta di una sfilata di moda..
"Lo so benissimo, è chiaro che dovevano prendere delle modelle, ma non mi va che passi come immaginario collettivo che il corpo della donna venga considerato una merce. Un pensiero che condivido con tantissimi gruppi di donne, come quelle dell’Udi, dei Femminismi di Fano o La casa delle donne".

Voi la chiamate “oggettivizzazione del corpo delle donne”. Le sembra questo il caso?
"Non voglio di certo essere considerata un censore, ma quando ho visto che un personaggio come Raffaella Fico era uno dei testimonial della sfilata della Cna, mi è venuto subito in mente che una associazione di categoria, di livello locale, dovrebbe avere altri testimonial. Tutto qua".

Quindi non le piace l’accostamento tra l’associazione di categoria e le soubrette...
"Questa secondo me è una scelta discutibile, perché so di che cosa è in grado di portare avanti la Cna, con progetti davvero molto interessanti con le scuole, ad esempio".

Non ha quindi niente contro Raffaella Fico?
"Assolutamente. Poteva esserci chiunque al suo posto. Ho parlato di lei perché mi sembrava quella più conosciuta e di cui parlano tutti, ma non è di certo lei il problema, è il modello che incarna, per cui ho più di qualche riserva a riguardo".

Alice Muri