Nella fiction dell'acido non ci sarà la compagna di Varani

Il legale di Lucia Annibali, Francesco Coli, che interpreta se stesso, lo ha visto in anteprima: «Lo ha chiesto Lucia»

Francesco Coli

Francesco Coli

Pesaro, 22 novembre 2016 - Si trova già a Roma. E' stato tra gli ospiti della presidente della Camera Laura Boldrini. Ha assistito a Montecitorio all’anteprima del film ‘Io ci sono’, basato sulla storia di Lucia Annibali vittima la sera del 16 aprile 2013 di un agguato con l’acido. Francesco Coli, legale di Lucia, non solo l’ha accompagnata in questa giornata alla Camera dei Deputati ma a differenza di migliaia di altri casi di cronaca diventati film, è stato chiamato dal regista del film Rai Luciano Manuzzi ad intrepretare se stesso anche sul piccolo schermo.

Avvocato Coli, la compagna di Luca Varani ha chiesto con una serie di lettere di vedere in anteprima il film temendo di esser stata rappresentata in qualche modo, ipotizzando una violazione della sua privacy. Lei può dare una risposta chiarificatrice sul contenuto del film?

«Posso tranquillizzarla. Lei non c’è. Ma non per caso».

Può spiegare cosa intende con quel ‘non per caso’?

«Perché Lucia ha pregato con molta determinazione sceneggiatori e regista di tenere fuori dal film la figura della compagna di Luca Varani e ovviamente la figlia. Ed è quello che è stato fatto».

Lo sa per certo?

«Sì, indiscutibilmente, visto che abbiamo avuto la possibilità per varie ragioni anche tecniche di vedere alla fine del montaggio il contenuto del film. Quindi, non c’è».

Nelle lettere, la compagna di Varani protesta perché avverte che Pesaro le sta voltando le spalle inchiodandola ad un destino di condanna che non è suo. Crede che stia succedendo questo?

«No, lei non c’entra e nessuno la condanna. Credo che la città possa aver girato le spalle alla persona a cui è legata perché ricordiamoci che non ci sono dubbi su ciò che Varani ha fatto. Ma nessuno penso possa avercela con la sua compagna la cui identità non ho mai visto apparire nelle varie cronache. Per rispetto, suppongo, visto che nulla vietava di parlarne».

E’ anche lei una vittima in più di questa vicenda?

«Sì. La considero un’altra donna che paga a caro prezzo, pur su un piano diverso, per quel periodo di follia che aveva travolto il suo compagno».