Renato Zero infiamma l’Adriatic Arena

8mila persone hanno applaudito il cantante durante il suo concerto

Renato Zero sul palco dell’Adriatic Arena (foto Petrelli)

Renato Zero sul palco dell’Adriatic Arena (foto Petrelli)

Pesaro, 4 dicembre 2016 - Un cantiere di emozioni. Lo spettacolo di Renato Zero all’Adriatic Arena è stato un tripudio di battiti e canzoni. In quasi 8mila nell’astronave allestita con tanto di gru e montacarichi in scena ad applaudire il menestrello dell’amore, quel portatore sano di sogni che da quarant’anni accompagna la vita di migliaia e migliaia di fan di ogni età. La tappa pesarese dell’Alt in tour - forse la meno pubblicizzata delle trenta in programma - è stata comunque un grande successo. Dal primo brano in scaletta “Niente trucco stasera”, in poi sono state tre ore abbondanti di grande tensione e pathos.

Uno Zero in forma strepitosa ha regalato al pubblico pesarese uno dei suoi spettacoli migliori per allestimenti, arrangiamenti e progetto scenico.

Una sapiente carrellata tra vecchie e nuove canzoni, tra classici e inediti dell’ultimo album. In mezzo il Renato di sempre. Il poeta, il cantore, il sognatore. E così dopo “Chiedi”; “Figli della guerra”; “Felici e perdenti”; “In questo misero show”, sono arrivate le prime hit “A braccia aperte”; “Cercami”. Un lungo show dove Zero ha sapientemente dosato il suo essere artista poliedrico. Dagli abiti della prima parte (tuta nera con tanto di strass e casco da minatore; e poi in abito scuro fino ad un grande mantello stile bianco e nero stile Freddie Mercury, fino allo giacca dorata), alle sue celeberrime movenze sul palco; passando per un alter ego recitante a cui è stato affidato il compito di esprimere gli Zeropensieri durante gli spettacoli di questo tour.

Pause preziose non solo per riprendere fiato tra un brano e l’altro e per permettere all’artista romano di cambiarsi d’abito, ma anche per riflettere. In questo mondo governato “dall’individualismo” e “dall’ipocrisia”. Un mondo dove la gente “affida i suoi pensieri ad uno smartphone senza più essere capace di guardarsi attorno”.

E così le canzoni di Zero scivolano via in questo 3 dicembre che precede la giornata referendaria. “Basta con questi sì e questi no - dice - richiamando Shakespeare. Anche lui s’era rotto…questo Sì e No, Essere o Non Essere che diventa Malessere”. “Perché si parla sempre di morte in questo mondo e mai di vita? Perché quando nasce un bambino non si fa festa in piazza?”. E prima che i Neri per Caso intonino con lui “Inventi”, Renato saluta il popolo pesarese rivolgendo un pensiero alle Marche “Questa povera regione dimenticata da Dio”. Finisce la prima parte. Poi ancora applausi e cori. E la seconda parte che inizia con “Più su” e sale, sale, fino al gran finale con “Il Cielo”. E’ un tripudio. Tutti con lui. Tutti sorcini, anche in questa notte pesarese con Renato nel cuore.