Pesaro, 23 agosto 2011 - Sono gli alternativi della spiaggia, quelli che non sanno che farsene dell’ombrellone e del lettino. Perché la loro grande passione è il mare e la ricerca del modo più divertente possibile per solcare la superficie dell’acqua.  I soci della Pesaro Kite Surfing Associaton, più semplicemente Pksa, hanno la loro base nel tratto di arenile fra il campin Norina e i Bagni Cocoloco (ingresso al sottopasso n.5): un gazebo di legno bianco dove appendere gli zaini e gli aquiloni distesi, in attesa di prendere il volo, li distinguono dal resto del mondo. E’ 'Kite Beach', la spiaggia dei surfisti, dove si pratica la disciplina nata nel ’99 alle isole Hawaii.
 

 

"Siamo qua da cinque anni ma quest’estate abbiamo ripreso vita con l’arrivo di nuove generazioni che vogliono provare l’emozione del kite surfing - racconta il presidente, Andrea Farisello (nella fotina in alto) -. Uno sport adatto a tutti, dove le qualità più importanti sono la determinazione e la testardaggine". Già. Perché all’inizio, prima di capire il meccanismo e stare in piedi sulla tavola, sono più le volte che si finisce in acqua: perciò è importante saper nuotare. "Ma non servono doti atletiche particolari - è l’incoraggiamento di Andrea - esistono vele e tavole di dimensioni diverse a seconda del fisico di chi si cimenta. Abbiamo anche ragazze e bambini fra i nostri soci".
 

 

Il kite non è altro che una tavola da surf trainata da un aquilone: un trapezio viene legato in vita e, attraverso dei cavi collegati alla vela, si pilota il proprio mezzo. "A quel punto la cosa più importante è conoscere i venti: quelli adatti a noi sono quelli che vengono dal mare, scirocco e maestrale. O la bora d’inverno". Gli innamorati del kite, infatti, lo praticano anche nella stagione rigida, davanti alla Palla di Pomodoro. Ma esiste la possibilità di praticarlo pure sulla terra o sulla neve: l’altopiano del Monte Petrano è perfetto per trainare il kite su ruote o pattini, mentre sulla neve è quasi come avere uno skilift privato.
 

 

"Quello che si prova è soprattutto un grande senso di libertà: il contatto con l’acqua, il vento e il sole elimina in pochi minuti lo stress di una giornata di lavoro - spiega Andrea, con gli occhi che brillano -. Uno sport individuale che però crea gruppo: di solito si va insieme a cercare il vento. Pericoli? Quasi zero. Il canale di uscita fra le scogliere è protetto, poi in mare aperto basta basta tenere gli occhi aperti. Ma il kite ruota velocemente, proprio per evitare collisioni".
A 'Kite Beach' si possono praticare anche vela, windsurf e kayak. L’importante è lo spirito che unisce questo gruppo di ragazzi: condividere una spiaggia alternativa ai normali stabilimenti balneari, in un ambiente amichevole e sano. Info: www.pksa.it