Pesaro, 26 gennaio 2012 - Ha salutato tutti postando ieri un messaggio sulla sua bacheca di Facebook: «Grazie a tutta Pesaro, cinque anni bellissimi, grazie per avermi sopportato! E ora si ritorna dalle mie parti... Spero bene».

Poche parole, tutte positive, che probabilmente mascherano una grande delusione: a 19 anni Andrea Traini ha avuto fra le mani una grande chance e l’ha persa. Complicato dire se sia stato il play ad averla sprecata oppure se non abbia saputo reagito a una situazione ostica. Sta di fatto che da ieri Traini non è più con la Vuelle, ma si allena già con la Fortezza Recanati di Piero Coen, con cui esordirà venerdì sera a Trieste nell’anticipo della Dna.

«Fino all’anno scorso era abituato ad avere sempre la palla in mano grazie alla valvola di sfogo degli Under 19. Se ci pensiamo, è ancora un ragazzino e forse gli è mancata la forza mentale o l’esperienza per gestire il fatto che quest’anno era spesso seduto — dice il gm Montini —. Prima che se ne andasse mi sono raccomandato con Andrea che vada a Recanati con la faccia giusta: ha l’opportunità di riscattarsi in un campionato dove si sono formati tanti giovani poi risaliti. Resta un nostro giocatore e lo seguiremo con attenzione».

Un percorso anomalo, quello del baby marchigiano: l’anno scorso che doveva semplicemente essere aggregato alla prima squadra e non ci s’aspettava niente da lui, è stato capace di guadagnarsi quasi 7’ di media in cui segnava anche 2,4 punti. Ed era stato lo stesso Dalmonte a dargli questa chance, pur se la squadra era meno forte dell’attuale. Quando è stato il momento di fare il salto, alla prima vera stagione da professionista, è mancato qualcosa: forse un po’ di coraggio da parte dello stesso allenatore che aveva creduto in lui, ma sicuramente anche l’atteggiamento del ragazzo non è stato perfetto: la società ha taciuto su qualche «marachella» disciplinare per non bruciarlo.

«Non c’è una colpa specifica: è che le scelte fatte durante l’estate possono essere confermate o riviste durante la stagione — spiega Montini —. Se il nostro percorso fosse stato dall’inizio quello di oggi, forse Andrea avrebbe giocato di più. E’ stato anche sfortunato perché mentre White era fermo e c’era spazio, pure lui si è fatto male. Ora deve girare pagina: va in prestito in una squadra prima in classifica che con la sua aggiunta cercherà la promozione». Per ora ha davanti due play, ma uno ha la sua età (è del ’91) e può battere la concorrenza. Una nuova sfida da vincere.