Filippo Mechelli: "Vivo la fantastica avventura delle Olimpiadi"

Il fisioterapista urbinate nello staff del Comitato Olimpico

Filippo Mechelli a Rio per le Olimpiadi 2016

Filippo Mechelli a Rio per le Olimpiadi 2016

Urbino, 8 agosto 2016 - In mezzo agli atleti delle Olimpiadi di Rio (SPECIALE) c’è anche un urbinate, che non scende in campo per gareggiare ma per aiutare gli sportivi in caso di necessità: è partito la scorsa settimana, prima ancora che la 31ª Olimpiade avesse inizio, Filippo Mechelli, fisioterapista urbinate, specializzato in Terapia Manuale all’Universidade da Coruña, in Fisioterapia dello sport all’Université de Nice e numerose altre, ed è impegnato nello staff tecnico ufficiale del Comitato Olimpico Internazionale, a disposizione degli atleti che iniziano ad allenarsi e prepararsi già un paio di settimane prima che inizino le gare. Non è la prima volta che Filippo Mechelli, quarantenne, partecipa ai Giochi olimpici perché nel 2012 era già stato selezionato come fisioterapista per le Olimpiadi di Londra, e ancor prima ai Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 e Vancouver 2010.

«È fantastico essere coinvolto nuovamente nell’evento sportivo più importante del globo – afferma Mechelli –, trattare i migliori atleti del mondo e avere l’opportunità di collaborare con esperti fisioterapisti e medici nel campo della medicina sportiva. Ogni giorno collaboro con uno staff medico multidisciplinare diretto della Commissione Medica del Comitato Olimpico Internazionale, che è a disposizione degli atleti di qualsiasi nazionalità, 24 ore su 24 presente non solo all’interno del policlinico olimpico, ma anche sul campo, sia durante le competizioni sia durante gli allenamenti». Un’esperienza professionale di altissimo livello, per Mechelli, che è resa ancor più positiva dagli ottimi rapporti con i membri dello staff: «Il modello organizzativo è basato esclusivamente su professionalità e competenze, non esistono gerarchie. Per me è un enorme soddisfazione essere stato selezionato, un riconoscimento che vale la mia personale medaglia olimpica». Alle Olimpiadi di Londra, il fisioterapista urbinate era stato coinvolto maggiormente con la ginnastica, mentre a Rio ha già trattato il 90 per cento degli atleti dell’atletica e si occupa anche di quelli della pallavolo, della pallanuoto e del rugby. «Trattare un atleta olimpico è un onore e un privilegio, come i paziente di tutti i giorni. Da un punto di vista deontologico e professionale non esiste alcuna differenza. Ma con un atleta alle Olimpiadi c’è una enorme responsabilità, visto che la partecipazione a queste competizioni è il frutto di anni di allenamento e sacrifici, che vede nella gara la realizzazione di un sogno. I grandi campioni come Bolt e Phelps sono generalmente supportati da uno staff personale, anche se per effettuare esami diagnostici come ecografie o risonanze magnetiche spesso passano attraverso il nostro staff – spiega Filippo Mechelli –. Tuttavia ho trattato vari atleti di diverse discipline, solo apparentemente sconosciuti, come la maggioranza dei campioni olimpici: chi conosce Stephen Kiprotich, il vincitore della medaglia d’oro della maratona delle Olimpiadi di Londra 2012, la gara dell’apoteosi olimpica? Io spero che questi giochi ispirino i bambini a praticare lo sport».