Renzi taglia e Ricci deve abbozzare

Altri 4 milioni in meno per il Comune. Più i contraccolpi dalla Regione

Matteo Ricci

Matteo Ricci

Pesaro, 23 ottobre 2014 - CHI ha avuto modo di parlare negli ultimi giorni con il sindaco Matteo Ricci lo ha trovato molto preoccupato. D’altra parte la manovra annunciata dal premier Renzi appare molto pesante per i Comuni. E l’ex-sindaco di Firenze, passato dall’altra parte della barricata avrebbe alcune convinzioni ferree: negli enti locali ci sono ancora molti sprechi, a cominciare dalle Regioni; le Province vanno chiuse togliendo loro ogni risorsa bene prima della modifica costituzionale (20 anni di danni di presunto federalismo si vedono tutti...) e il governo non può fare altrimenti per trovare risorse cash per “rilanciare l’economia”.

Ecco perché al di là di una trattativa di facciata e di qualche sistemazione in corso d’opera il taglio arriverà e sarà tutt’altro che indolore. Dando per scontato che la Provincia diventerà quasi sicuramente un ente fantasma: stretto tra i debiti da pagare, il personale in eccedenza, le competenze da trasferire, è chiaro che non fa una grinza il seguente ragionamento di Matteo Ricci: «Chi si dovrà occupare di strade e scuole superiori? I Comuni, ovviamente. Da chi andanno i cittadini quando troveranno le buche sulla Montelabbatese? Dai sindaci, ovviamente».

MA non è solo questo. C’è anche il pesantissimo taglio economico. L’assessore al Bilancio Antonello Delle Noci non si vuole sbilanciare, ma ha già convocato ieri pomeriggio un comitato di direzione con i principali dirigenti del Comune. «Abbiamo fatto due conti e siamo ad un taglio diretto di 3,5 milioni di euro. Ma saranno di più». I 4 milioni di euro di taglio sulla spesa corrente sono scontati, ma il problema sarà reperire fondi per sostituire la Provincia che cessa ogni attività nel welfare (800 mila euro nell’ultima bilancio) o recuperare gli inevitabili tagli di trasferimenti che verranno effettuati dalla Regione. Soldi pesanti. Da ogni punto di vista.

COME i contraccolpi politici. Martedì’ scorso Matteo Ricci era all’Anci nazionale, questo la sua consueta sintesi su Facebook: «Finito ufficio presidenza Anci. Forte condivisione sullo spirito della legge di stabilità su lavoro e sviluppo ma vanno rivisti tagli e rigidità sui comuni. Non si possono ridurre servizi e neanche aumentare tasse locali. Serve incontro urgente con governo». Ovviamente sapeva già che in giornata i Comuni saranno convocati dal governo. Ma la cosa curiosa è che 4 anni fa con un altro governo (ministro Tremonti) i Comuni non aspettarono poi tanto per contrastare i tagli, scendere in piazza ad attaccare le scelte del governo. Questa volta i sindaci Pd e del centro sinistra, che sono maggioranza quasi assoluta, e soprattutto i sindaci “renziani” come Ricci sono in grande imbarazzo politico. Due pesi e due misure, com’è norma nella politica, che sarà anche nuova e “rottamatoria” dal punto di vista generazionale, ma non cambia mai. Dimmi chi fa le cose e ti dirò come mi comporterò. I contenuti c’entrano fino ad un certo punto. Non c’è così tanta differenza tra i tagli di Tremonti e quelli di Renzi. Sempre “lineari” sono.

MA l’altro aspetto interessante è quello dell’armonizzazione dei bilanci degli enti locali. Il che vuol dire che i residui attivi dovranno essere “ripuliti” attentamente e quelli che vengono lasciati dovranno essere coperti con un fondo svalutazione rischi. Calano le possibilità della contabilità creativa. E aumentano i taglia. Tempi duri per gli amministratori locali, anche di sinistra.