Assessori provinciali senza stipendio

Nel 2013 sforato il patto di stabilità: devono restituire il 30% delle somme ricevute di Roberto Damiani

Pagamento in contanti

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Pesaro, 21 luglio 2014 - E’ stato sforato (ancora ufficiosamente) il patto di stabilità del 2013 alla Provincia di Pesaro e Urbino. Significa che gli assessori e il presidente dovranno ridare indietro il 30 per cento delle indennità ricevute l’anno scorso. Dice l’assessore alla Pubblica istruzione Domenico Papi: «Ci hanno detto che molto probabilmente si è sforato il patto di stabilità. E per questo già dal mese di maggio noi assessori non percepiamo nessuna indennità dovendo rimborsare quel 30 per cento. Ci hanno tagliato anche i rimborsi spese per i viaggi. Ora attendo di sapere quali sono i motivi di questo sforamento. Mi auguro che siano state spese per emergenze che abbiamo dovuto affrontare. Non voglio pensare che dobbiamo rinunciare a tutto per errori burocratici. Non posso crederci. Aspettiamo di avere una relazione formale su questo taglio delle indennità, le quali non fanno certo piacere. Per questo, capisco perfettamente se qualche collega di giunta intendesse andarsene prima del 30 settembre, ultimo giorno di funzione. Io rimango perché sono un pensionato e dunque ho una famiglia che mi permette di svolgere il mio impegno di assessore provinciale senza ricevere indennità o rimborsi ma al di là di tutto, questa situazione la ritengo anche poco dignitosa. Se non ci pagano, significa che è un lavoro che non vale niente. Io la vedo così».

Luca Bartolucci, presidente del consiglio provinciale per cinque anni, spiega: «Non basta essere considerati degli appestati, con la gente che ci fa le corna al nostro passaggio come mi è successo oggi, ora dobbiamo anche rinunciare alle indennità. Quando nel maggio scorso mi è stato detto che c’era il fondato sospetto di essere usciti dal patto di stabilità, mi è stato proposto di non prendere le indennità di due mesi per evitare di dover restituirli in futuro. E così ho rinunciato a percepire 5800 euro lordi. Aspettiamo di vedere l’atto ufficiale dello sforamento ma ammetto che c’è un po’ di amarezza dopo aver fatto tutto il possibile per stare nei paletti fissati ottenendo anche un avanzo di amministrazione. Aspetto di capire bene che cosa è successo e perché».

Il commissario della Provincia Massimo Galuzzi, che sostituisce il ruolo del presidente, dice: «Sullo sforamento del patto di stabilità, che non posso smentire né confermare, vorrei prima aspettare di vedere i conti dalla mia ragioneria. L’appuntamento è per fine luglio, con l’approvazione del bilancio di previsione del 2014. Per ora, posso dire che nel 2013 abbiamo avuto un avanzo di circa 2 milioni di euro a cui vanno aggiunti 900mila euro di maggiori entrate rispetto all’anno passato. Da questi numeri, deve ripartire l’attività del nuovo ente che non sarò io a guidare dopo il 30 settembre ma un presidente che sarà un sindaco e un consiglio di 12 componenti tra sindaci, consiglieri comunali e consiglieri provinciali uscenti. Posso dire che i conti sono in equilibrio ed entro il 2016 usciranno in prepensionamento dalla Provincia circa 68 dipendenti. Chi nel frattempo vorrà trovare altre sistemazioni, può farne richiesta. Ma nessun allarmismo è giustificato: gli stipendi ai dipendenti non sono in pericolo. Dobbiamo solo poter contare su funzioni e risorse chiare. Le fibrillazioni anche tra il personale nascono da queste incertezze. Che vanno risolte al più presto».

Roberto Damiani