Uccise la moglie gettandola nel fiume, al via il processo

L’omicidio avvenne il 14 dicembre 2013 a Piobbico

Nicolae Roset in aula (Fotoprint)

Nicolae Roset in aula (Fotoprint)

Pesaro, 26 marzo 2015 - Si è aperto stamane in Corte d’Assise a Pesaro il processo nei confronti di Nicolae Roset, 52 anni, moldavo, accusato di aver ucciso la moglie Svetlana di 47 anni gettando il corpo nel fiume Candigliano.

L’omicidio avvenne il 14 dicembre 2013 a Piobbico, piccolo comune dell’entroterra Pesarese dove la donna svolgeva un lavoro da badante. Il marito, da cui viveva di fatto separata da anni, l’ha raggiunta a Piobbico pochi giorni prima dell’omicidio, vivendo nella casa della donna.

Il 14 dicembre, i coniugi sono stati visti insieme in un supermercato ma poi Svetlana è improvvisamente scomparsa mentre l’uomo è stato visto in paese anche nel pomeriggio. Poi la fuga, dopo aver preso un treno a Fano.

Il ritrovamento del corpo da parte dei carabinieri avvenne il giorno di Natale del 2013, dopo che un boscaiolo ha detto ai carabinieri di aver visto qualche giorno prima in quel punto del fiume un uomo che stava facendo qualcosa con un masso.

Infatti, il corpo della donna venne trovato vicino al paese, in un’ansa del fiume, con pesanti massi ancorati alla testa per non farlo risalire in superficie. Di lì è cominciata la caccia al marito Nicolae che si è conclusa circa venti giorni dopo in Russia, dove intanto si era nascosto l’uomo.

Stamane, Roset è comparso in tribunale per l’apertura del processo. I due figli della vittima e di Roset, presenti in aula, non si sono costituiti parte civile. Dopo l’ammissione dei testi, il presidente della Corte Stefano Marinelli ha aggiornato l’udienza al 28 aprile prossimo