Pesaro, 9 marzo 2016 - Ha parlato ai familiari della vittima, con una lettera; ha taciuto davanti al giudice e al pm. Igli Meta, accusato dell'omicidio di Ismaele Lulli, 17enne di Sant'Angelo in Vado, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'incidente probatorio che si è svolto oggi pomeriggio nel tribunale di Urbino. LE FOTO
Lo stesso ha fatto Marjo Nema, indagato per il medesimo reato. Meta ha reso però una dichiarazione spontanea: "Non posso confermare che Marjo Nema mi abbia detto poco prima che uccidessi Ismaele 'se vuoi ammazzalo'. Forse non l'ha detto, non ricordavo bene".
L'albanese ha scritto una lettera di scuse alla famiglia di Ismaele, in cui ha espresso parole di pietà verso la vittima.
Oggi il pm Lilliu ha contestato a Igli anche l'aggravante della tortura. La perizia medica sul corpo della vittima, infatti, ha dimostrato che, prima della morte, Ismaele fu ferito alla parte destra del torace con almeno 4 coltellate; colpi non mortali, ma tali da acuire il dolore patito dal ragazzo, che era legato ad un palo, con la bocca chiusa con del nastro adesivo. Ismaele venne poi ucciso con un taglio alla gola.
L'indagine si può dire conclusa. Da quanto si è appreso, Igli Meta, difeso dall'avvocato Salvatore Asole, chiederà di essere processato con il rito abbreviato. Marjo Nema (avvocato Umberto Levi) sceglierà il rito ordinario.