Tutti in fila per sciogliere i rompicapi dell’“Escape Room”

E’ tempo di bilanci per le attività dell’associazione “Caccia al Teshorror”, che organizza anche le cene con delitto

Concorrenti in rosa all’Escape Room di Urbino

Concorrenti in rosa all’Escape Room di Urbino

Urbino, 4 febbraio 2015 - Gli ultimi sono stati davvero i primi: dopo tante serate, si è chiusa con grandissimo successo l’escape room organizzata al Collegio Raffaello dall’associazione Caccia al Teshorror e proprio nell’ultima serata, nell’ultima ora disponibile è arrivata la squadra vincitrice in senso assoluto.

Andrea Mei, Gianluca Rossetti, Luca Serafini, Federico Rizzitelli, Enrico Pensalfine hanno indovinato tutto e nel tempo richiesto.

Il gioco, che è riduttivo chiamare in questo modo perché frutto di elucubrazioni, intrecci, conoscenze degli organizzatori, è piaciuto davvero tanto: i vincitori sono venuti da Fano, altri anche da fuori provincia, molti sono tornati più volte per poter riuscire nella sfida.

L’associazione, con il presidente Catia Petrolati e il vice Tiziano Mancini e tutti gli attori, propone anche un bilancio delle proprie attività: «Abbiamo appena festeggiato il traguardo delle 10mila visite in un anno al nostro sito www.cacciaalteshorror.it. Dunque è l’occasione per ringraziare i 3.400 partecipanti alle 32 cene con delitto, i mille concorrenti della Caccia al Teshorror, i 64 concorrenti e le centinaia di spettatori del Comissio, i 200 partecipanti a Urbinight fino ai 250 partecipanti alla Escape Room, in particolare quelli che l’hanno definita la migliore di tutte – dicono –. A questo punto possiamo dire che tutti questi successi non sono un caso. Qualcuno crede che sia facile, ma si sbaglia: facili sono le cose banali. Noi impieghiamo mesi di studio per ogni cosa. La Caccia al Teshorror vuole indagini sulla storia urbinate per la creazione di un omicidio plausibile ricavato da storie vere della città: la morte del primo marito di Laura Battiferri, del cardinale Albani al tempo della fuga di Clorinda Corradi, di Goffredo Mameli compagno d’armi e di musica di Raffaello Carboni, di Magia Ciarla e così via. Noi curiamo ogni dettaglio e ogni indizio: dobbiamo ringraziare il docente universitario che ci ha trovato lo scorpione il cui veleno agisce esattamente nel tempo che volevamo, gli avvocati vaticanisti che ci hanno procurato le sentenze originali della Sacra Rota, l’università Bocconi che ci ha dato i documenti originali di laurea, il corriere TNT che ci ha fornito i moduli originali ungheresi, i lettori di madre lingua, i laboratori scientifici, i medici, i farmacisti e altri ancora. E’ stato bello trovare tanti amici disposti ad aiutarci. Una professionalità che ci ha portato anche a tenere delle lezioni di team building e a svolgere cene con delitto per grandi aziende come Volvo, Delivery France e altri ancora».

Molte delle iniziative sono create dalla fantasia, ma poi vengono alimentate con lo studio, il confronto tra gli attori.

«Per qualcuno la nostra sarebbe una creatività di basso rango, da contrapporre a una non ben definita cultura “alta” – continuano Petrolati e Mancini –. Noi non abbiamo mai preteso di fare chissà che ma come diceva Huizinga in Homo ludens, “senza divertimento non c’è cultura e chi non sa divertirsi resterà per sempre nell’ignoranza”. Noi abbiamo anche avvicinato tanta gente alla conoscenza di personaggi, luoghi e storie della nostra città o di altre come San Leo. E’ inevitabile che l’invidia alligni ma purtroppo le idee sono come il coraggio manzoniano: chi non le ha non se le può dare. E ora, con le nostre nuove idee, siamo pronti per un 2016 clamoroso».

di l. o.