"Fuffi" tirò fuori l'anima dal ferro. Ecco come ci arrivò

In mostra a Urbino fino al 25 aprile all'oratorio di san Giovanni, l'esposizione dal titolo "Cristo e i poveri cristi". Il figlio Giuliano racconta, nel nostro filmato, come lavorava e si ispirava questo autore inimitabile e dalla grande ironia

Fulvio Santini "Fuffi" (1918 - 1988)

Fulvio Santini "Fuffi" (1918 - 1988)

Urbino, 3 aprile 2016 - Fulvio Santini, detto “Fuffi”, è stato per i suoi settanta anni di vita una delle anime urbinati più pure che ci potessero essere.

«Eppure era nato a Fabriano», racconta il figlio Giuliano. «Un aspetto sul quale sorvolava, perché nacque lì per caso, dato che il padre ferroviere si spostava come era tipico di chi fa quel lavoro». Fulvio Santini tornò nella sua Urbino che aveva 12 anni e prese subito dimestichezza col ferro battuto nella bottega di Giuseppe Meli, che lui riconoscerà sempre come maestro.

«Negli anni scoprì che poteva anche fare delle figure umane, ed anzi una sua primissima produzione finì a Boston perché venne acquistata da una azienda americana». Da quel momento per “Fuffi” è una ascesa continua nella ricerca delle tecniche di lavorazione e nella affermazione artistica perché Francesco Carnevali lo assunse alla Scuola del Libro (prima come bidello, all’epoca funzionava così, poi come Maestro dei metalli).

Così “Fuffi” si impose per quel personaggio che tutti conosciamo oggi, uno in grado di tirare fuori l’anima dal ferro. Per anni si sono viste tante sue opere sparse un po’ qua e là per la città (come al Collegio Raffaello). Ora fino al 25 aprile rimane aperta nella sala Salimbeni dell’Oratorio di san Giovanni a Urbino, la mostra “Cristo e i poveri cristi”.

Ogni scultura racconta una storia. Le più commoventi sono quelle dedicate alla figura del padre, anarchico antifascista che il regime cercò di piegare togliendogli pane e lavoro. «Mio nonno morì letteralmente di fame», racconta Giuliano Santini. In un’opera si vede il “Fuffi” bambino che va in visita al padre in carcere, perché in occasione dell’arrivo dei gerarchi era costume sbattere in galera gli oppositori. Quell’arresto preventivo a “Fuffi” non andava proprio giù e allora si vede il potente abbraccio del bambino che supera il muro della galera e arriva alle gambe del padre. In un’altra opera Santini padre evade.

Opera di Fulvio Santini ("Fuffi")

Che mondo immenso e delicato dietro “Fuffi”. Andare a vedere questa mostra è un dovere per gli urbinati.