Lunedì 6 Maggio 2024

«Per il vostro Natale un capolavoro di Tintoretto»

Tra le esposizioni curate da Vittorio Sgarbi ad Urbino, anche un’opera, “L’adorazione dei Magi”, concepita da Jacopo e dipinta da Domenico, suo figlio

Vittori Sgarbi davanti all’opera di Tintoretto

Vittori Sgarbi davanti all’opera di Tintoretto

Urbino, 21 dicembre 2014 - «Ho portato a Urbino il dipinto del Tintoretto che era poco visto, perché sempre chiuso in una chiesa di proprietà del Demanio. L’ho fatto per esaudire la richiesta della Crespini per Natale».

A metà tra il sacro e il faceto, Vittorio Sgarbi introduce la terza esposizione della giornata di venerdì 19 dicembre, quella del dipinto, olio su tela, di Domenico Tintoretto “L’adorazione dei Magi”, all’interno dell’oratorio di san Giuseppe in via Barocci.

«E’ un capolavoro straordinario, concepito da Jacopo e dipinto da Domenico, suo figlio, che è in una chiesa di Macerata, oggi di proprietà dello Stato, non officiata e anche poco visitata. Questo è un dipinto in cui si vede la sua meravigliosa velocità esecutiva, che fa diventare Tintoretto quasi un pittore informale, nel senso che è oltre Tiziano. E’ il più bel quadro del ’500 veneto nelle Marche. Ho valutato varie ipotesi, un Botticelli e altri, ma mi sembravano tutte un po’ discutibili. Questo è il più festoso e mi sembrava corrispondesse alle richieste della Crespini, che, come in precedenza, mi ha chiesto di portare a Urbino un dipinto che si intonasse con il periodo del Natale. Tra l’altro è tanto che non lo vedo e quando ho scoperto che è del Demanio l’ho fatto amministrare come allestimento della Soprintendente e dalle storiche della Soprintendenza, a partire da Agnese Vastano».

Vittorio Sgarbi, per questo momento inaugurale di visite all’oratorio di san Giuseppe, in cui il dipinto di Tintoretto viene collocato in quella che un tempo era la posizione dell’altare, poi fatta spostare dal papa Albani, avrebbe voluto che fosse celebrata una messa nel luogo, ma di venerdì questo desiderio era impossibile da realizzare: «In contemporanea, la Soprintendenza sta facendo restaurare dallo studio di Isidoro e Matteo Bacchiocca la cappellina dello sposalizio che ancora non è ultimata», ha aggiunto l’assessore alla promozione turistica Francesca Crespini, ma che con stucchi e altare ritrovati è davvero un gioiello.

di l. o.