Vittorio Sgarbi: “Ora Ferroni è nel tempio della prospettiva”

L’assessore alla Rivoluzione e Cultura ha inaugurato a Urbino due mostre: una sul Maestro livornese, l’altra su Giuseppe Ungaretti. Alla Casa della Poesia anche i disegni di Guglielmina Otter

Umberto Palestini e Vittorio Sgarbi a Urbino (Foto Tiziano Mancini)

Umberto Palestini e Vittorio Sgarbi a Urbino (Foto Tiziano Mancini)

Urbino, 6 marzo 2016 - Alla Rivoluzione Francese fece seguito il Terrore. Tutt’altra storia di questi tempi a Urbino dove l’Assessore alla Rivoluzione Vittorio Sgarbi si ripresenta mansueto e accomodante con tutti, a cominciare da Francesca Crespini, ma soprattutto a suo agio nei panni di assessore alla Cultura. E forse per una volta la vera star non è Vittorio Sgarbi, che pure con le sue assenze vuol forse evitare di fare a Urbino la fine che fece a Roma il marziano di Flaiano. Protagonista della vita culturale urbinate di questi giorni è senz’altro Gianfranco Ferroni, un artista che nella sua vita seppe portare presenze nelle assenze, che con le due mostre a farsi da staffetta, la prima già in corso alla Bottega Santi della Casa di Raffaello e ora quella inaugurata ieri nelle Sale del Castellare, ha saputo attrarre a Urbino personaggi come il grande architetto Mario Botta e il giornalista di Repubblica Antonio Gnoli per l’inaugurazione della retrospettiva L’eretico allo specchio.

«Una mostra che si avvale della collaborazione di tutta la città» ha tenuto a sottolineare il curatore Umberto Palestini. «Il Comune, l’Accademia di Belle Arti, la Scuola del Libro, l’Accademia Raffaello e la Direzione della Galleria Nazionale, hanno portato il grande risultato di avere qui i più grandi capolavori di Ferroni. E con un catalogo all’altezza, ispirato dai testi di Antonio Gnoli, che si avvale della grande professionalità grafica di Emanuele Bertoni e dell’editing di Patrizia Barattini per una preziosa edizione della casa editrice Baskerville».

Nel suo saluto, Mario Botta ha ricordato «gli spazi diafani e rarefatti di Ferroni che si coniugano al meglio con quelli aulici e nobili del Palazzo Ducale, producendo una degna cesura tra Rinascimento e arte contemporanea».

«Per Urbino sarebbe stato assai meglio avvalersi del buon senso di Mario Botta piuttosto che dei materiali esogeni di De Carlo» ha esordito Sgarbi, per il quale «Ferroni entra degnamente in Urbino, il tempio della prospettiva, collegandosi perfettamente alla mostra di Piero della Francesca e a questo tempo dedicato alle sue celebrazioni».

Subito dopo l’apertura della mostra di Ferroni, organizzata da NACA Arte e dalla Galleria Ciribelli di Bergamo, che resterà aperta al Castellare fino al 30 aprile 2016, il parterre si è trasferito alla Casa della Poesia, là dove con la precedente amministrazione era il Museo della Città.

Vittorio Sgarbi fa un selfie, Guglielmina Otter lo prende in giro

Vittorio Sgarbi fa un selfie, Guglielmina Otter lo prende in giro

«Tra le arti di Urbino c’è la poesia » ha ricordato il direttore della Casa della Poesia Luca Cesari «che con Carlo Bo vivo coincideva con i luoghi della sua esistenza, in primis il Rettorato dell’Ateneo. Scomparso lui e raccolta la sua eredità dalla Fondazione Carlo e Marise Bo, siamo ora in dovere di prendere in mano il testimone di quel grande intellettuale e dell’Ermetismo. E per noi è stato un approdo inevitabile quello di rivolgere l’attenzione ai grandi poeti del Novecento, grazie ai testi e ai documenti raccolti nella Biblioteca Bo. Così da oggi la Casa della Poesia vede raccolto il materiale del poeta che più riassume questo rapporto: Giuseppe Ungaretti rivive attraverso le sue poesie ma anche con la sua voce, le fotografie, gli autografi, le interviste video, mentre il percorso della Casa si completa con i disegni di Guglielmina Otter raccolti sotto il titolo Testimonianza alla poesia. Con i suoi ritratti, l’artista ci riassume una vita trascorsa a contatto con i grandi poeti del Novecento. Sguardi che sembrano cogliere persino le diverse poetiche di ciascuno di loro e sanno dare al luogo la dimensione e il segno distintivo delle esposizioni e degli eventi che seguiranno questa mostra, dopo che il 9 aprile avrà chiuso i battenti».