La Provincia vuol vendere i dipinti e chiama Sgarbi a valutarli

Il critico rimane colpito da “I pittori” di Anselmo Bucci. «Questa opera la porto all’Expo 2015» VIDEO / Sgarbi illustra il dipinto di Anselmo Bucci

Al centro Vittorio Sgarbi con a sinistra Maurizio Gambini e Daniele Tagliolini a destra

Al centro Vittorio Sgarbi con a sinistra Maurizio Gambini e Daniele Tagliolini a destra

Pesaro, 20 febbraio 2015 - La Provincia di Pesaro e Urbino vuole avere le idee chiare sul valore del suo patrimonio di dipinti, stampe e beni artistici potenzialmente vendibili.

E così per fare una valutazione generale sul valore dei beni il vicepresidente Maurizio Gambini ha invitato nel pomeriggio di ieri il critico d’arte Vittorio Sgarbi a Pesaro in viale Gramsci. Ad attenderlo il presidente Daniele Tagliolini. Sgarbi appena entrato nell’ufficio del presidente è rimasto colpito dal dipinto di Anselmo Bucci (Fossombrone, 1887 - Monza, 1955) raffigurante i “I pittori”.

L’opera datata 1921 - 1924 che misura 160 centimetri per 160, è di proprietà dell’amministrazione provinciale e per Vittorio Sgarbi merita di essere esposta all’Expo 2015 di Milano.

In realtà Sgarbi cercava quest’opera da qualche giorno, perché voleva includerla tra gli ottanta lavori della pittura italiana più rappresentativi.

Un bel colpo per l’amministrazione provinciale perché ad Expo il dipinto sarà visto da un numero impressionante di persone.

Nel video qui sotto, il critico d’arte illustra per il Carlino l’opera del Maestro forsempronese.

«Potremmo avere qualche valutazione su altre opere?» ha chiesto il presidente Tagliolini.

Sgarbi non lo ha fatto ripetere, ed è andato subito nell’edificio vecchio della Provincia, per esaminare diverse opere del ’500 e ’600.

«Non ci sono pezzi importanti, certi dipinti è bene che rimangano in loco. Magari potrebbe comprarli qualcuno di Pesaro».

Poi di fronte ad una pala d’altare parte deciso: «Questa vendetela a Giorgio Mochi, sindaco di Piobbico...».

Il tour di Sgarbi è poi proseguito lungo il corridoio nel quale sono esposte molte stampe d’autore: «Da queste non si farà tanto, fare un’asta converrebbe fino a un certo punto».

Poi Sgarbi entra in un ufficio e vede un’opera astratta contemporanea. «Questa è meglio lasciarla perdere...», dice.

Quindi è la volta di uno sguardo ai mosaici. La sua attenzione è calamitata dal “Blocco di trabeazione romana”. «Questo potrebbe interessare a qualcuno».

Poi si mette a leggere il testo a lato e scuote la testa... «Ma no... che c’è scritto...».

Prende la penna ed inizia a correggere il cartello. Poi si rivolge a Tagliolini e gli dice: «Vedi presidente, qua ti sminuivano il valore dell’opera, che è interessante perché è un blocco lavorato e non finito. Questo sì che è da vendere».