Mercoledì 24 Aprile 2024

Vongolari in rivolta contro l’Europa: "La taglia minima affossa il mercato"

Sit-in del consorzio dei pescatori davanti alla Capitaneria di porto

Pesaro, la manifestazione dei pescatori (Fotoprint)

Pesaro, la manifestazione dei pescatori (Fotoprint)

Pesaro, 16 dicembre 2014 - «Altro che pescatori. Ormai, con queste leggi, ci trattano come trafficanti». I vongolari della Co.Ge.Mo (il Consorzio Gestione pesca dei Molluschi, che nella nostra provincia riunisce 65 aziende tra Fano, Pesato e Gabicce) escono dal guscio per dire basta alle «vessanti disposizioni imposte dai burocrati dell’Ue». Ieri mattina circa un centinaio di pescatori (soprattutto fanesi) hanno incrociato i remi e si sono radunati in sit-in fuori dalla Capitaneria di porto di Pesaro. Nel mirino dei pescatori pesaresi (ma non solo, visto che la protesta coinvolge tutte le marinerie della costa) il regolamento dell’Ue che fissa a 25 millimetri la taglia minima per la pesca della vongola: sotto questa soglia, i molluschi vanno ributtati in mare.

«Un provvedimento - attacca Cherubino Marcaccini, presidente di Co.Ge.Mo Pesaro - che in sostanza ha tagliato le gambe al mercato. Il problema è che fino al 2006 esisteva un margine di tolleranza pari al 10% del pescato. Ora, invece, basta che nella rete finisca una sola vongola al di sotto della taglia minima per incorrere in sanzioni dai 2mila euro in su, oltre che in procedimenti penali. Tutto questo ha generato un clima di paura, che ha portato alla paralisi del commercio. Non dimentichiamo che nella nostra provincia questo tipo di pesca dà lavoro a circa 120 famiglie. Senza considerare il resto dell’indotto, dai commercianti all’ingrosso fino ai ristoratori».

A parlare sono i numeri. «Negli ultimi 15 giorni - prosegue Marcaccini - la nostra flotta ha scaricato in porto appena tre quintali di prodotto. Nulla rispetto ai 30 quintali che, fino ad alcuni anni fa, riuscivamo a raccogliere in una sola giornata. Rispetto al 2006, il prezzo della vongola si è quasi dimezzato, crollando un euro e 80 al chilo. Come se non bastasse, a tutto questo si aggiunge la concorrenza delle vongole importate dalla Turchia, paese che non fa parte dell’Ue e che quindi non è sottoposto a vincoli così rigidi. La nostra richiesta è semplice: rivedere al ribasso il parametro dei 25 millimetri, che tra l’altro si basa su ricerche scientifiche da noi non condivise, avviando una sperimentazione della durata di tre anni. Solo così il nostro settore può uscire dalle secche».Nei giorni scorsi il tema è stato sollevato anche dal leader della Lega, Matteo Salvini, ospite di Lucia Annunziata su Raitre.