Stagionali, occhio ai voucher: con quelli la paga si dimezza

Sorprese dal Jobs Act. Ricci (Cgil): "Da 7,5 euro spesso si passa a 3 o 4"

Un cameriere

Un cameriere

Pesaro, 29 agosto 2015 - E’ stata un’estate complicata per il turismo, ma per i lavoratori stagionali lo sarà ancora di più. Il prossimo 31 agosto andranno infatti a scadenza molti contratti e i prestatori d’opera a termine, presentandosi ai Caaf per la domanda di disoccupazione, avranno un’amara sorpresa: «Molti scopriranno di non avere più la copertura totale del periodo in cui sono stati inattivi – anticipa la segretaria generale della Cgil Pesaro-Urbino, Simona Ricci – Con le nuove regole della disoccupazione, infatti, le indennità saranno pressochè dimezzate».

Ma le sorprese riservate dal Job Act non finiscono qui: se i contratti a tempo determinato nei primi sei mesi dell’anno sono la metà rispetto a quelli stipulati nello stesso periodo del 2014 nonostante la liberalizzazione - spiega ancora la Ricci - con l’allungamento della stagione c’è il rischio concreto che molti contrattisti finiscano per proseguire il rapporto di lavoro con i buoni orari, anche se le norme lo vietano.

«Nella mia esperienza non ho mai trovato nessuno che sia stato pagato i 10 euro lordi l’ora previsti dalla normativa, di cui 7,50 euro vanno al lavoratore, il resto a Inps e Inail. Piu spesso, l’impegno lavorativo si forfettizza: ci vengono segnalate paghe orarie che finiscono per essere di appena 3-4 euro». Ecco perchè i voucher, introdotti anche come veicolo di emersione del «nero», sono in largo aumento. «Alcuni datori di lavoro hanno trovato il Bengodi in questo sistema di remunerazione – commenta la segretaria generale Cgil - Le imprese stagionali sono di piccole dimensioni, di uno, due o al massimo tre addetti e i controlli sono sempre troppo pochi in relazione al loro numero».

Tant'è vero che c’è stata un’esplosione di questo strumento: nel 2013 sono stati utilizzati 369.919 buoni, in tutti i settori (dati Inps Pesaro-Urbino su elaborazione Cgil), che sono diventati 689.337 nel 2014. La maggior incidenza è nel commercio (121mila nel 2014) e nel turismo (119mila). I dati del 2015 non sono ancora disponibili ma il sindacato ipotizza che si arrivi a raddoppiare i dati totalizzati nel 2014.«Osservando il crollo dei contatti a termine non è difficile pensare che vi sia stata un’ulteriore, vasta precarizzazione del lavoro stagionale». E’ quello che teme anche l’Ires, il centro studi della Cgil Marche, che con ogni probabilità anticiperà l’elaborazione dei dati Inps relativi al secondo quadrimestre dell’anno per inquadrare meglio il fenomeno e chiedere eventuali contromisure.

si. spa.