Pietro Mennea, boom per la fiction Rai - VIDEO: Il record sui 200

'La freccia del Sud', regina degli ascolti con la prima puntata, verso il bis

Pietro Mennea (Michele Riondino) nella fiction Rai

Pietro Mennea (Michele Riondino) nella fiction Rai

30 marzo 2015 – Pietro Mennea ha vinto ancora. Pietro Mennea - 'La freccia del Sud', fiction Rai sulla leggenda dell'atletica italiana, ha sbancato l'audience. Se la prima puntata di domenica sera aveva già trionfato nella gara degli ascolti (5,3 milioni di spettatori e 20,33% di share), la seconda e ultima puntata di ieri potrebbe aver addirittura fatto di meglio. I dati auditel non sono ancora stati pubblicati, questione di ore, ma a giudicare dalla mole di cinguettii su Twitter para che la fiction abbia davvero lasciato il segno. Da applausi anche l'interpretazione di Michele Riondino, nei panni appunto di Mennea. 

Il velocista di Barletta, morto di cancro nel 2013 a neanche 61 anni, è passato alla storia per le medaglie (un oro e due bronzi alle Olimpiadi), ma soprattutto per il record del mondo dei 200 metri piani. Quei 19 secondi e 72 centesimi fatti segnare alle Universiadi i Città del Messico del 1979 e rimasti inviolati fino al 1996, anno in cui Michael Johnson abbassò il crono a 19”66. La fiction si concentra chiaramente sul volto umano di Mennea: gli attriti con la Federazione di atletica leggera, le ansie, le delusioni, fino ai successi che lo hanno incoronato nell'olimpo di questo sport. La prima puntata ha fatto luce sul Mennea ragazzino, quel ragazzo umile che rincorreva il suo sogno nella Barletta degli anni '60. Le fatiche, i sacrifici, la voglia di lottare per un traguardo. E di non arrendersi, mai.

Ieri, invece, è stata la volta dei successi. La svolta sono le Olimpiadi di Montreal del 1976: Mennea arriva quarto, fuori dal podio. Alla delusione sportiva si aggiunge la rottura con l'allenatore Carlo Vittori (Luca Barbareschi). Pietro pensa che se sia dimesso dalla federazione, che abbia lasciato. E' lo stesso Vittori a comunicargli questa versione. Mennea si sente abbandonato, tradito. In realtà l'allenatore si è scontrato con la Federazione che lo ha espulso. Ma vuole 'proteggere' il suo campione, tenerlo lontano da possibili frizioni alla vigilia delle Olimpiadi del 1976.

I due si riavvicineranno solo un paio di anni dopo, grazie al giornalista Gianni Minà che rivelerà a Mennea come sono andate veramente le cose prima di Montreal. Dal rinnovato e rinforzato sodalizio arriveranno i trionfi. Ma non c'è solo lo sport: si parla del rapporto con la sua donna, Manuela (Elena Radonicich), e dei traguardi della vita fuori dalla pista. Come quando, fresco di record del mondo nei 200 metri, annuncia alla famiglia di aver conseguito la laurea in scienze politica. L'ultima scena è dedicata all'oro di Mosca del 1980: la freccia del Sud porta l'Italia sul tetto del mondo della velocità. Braccia al cielo, urla di gioia e lacrime agli occhi (anche dei telespettatori). Venti secondi entrati nella storia.