M5s, Pizzarotti contrattacca: sospensione illegittima, vado avanti

Il sindaco di Parma presenta le sue controdeduzioni: "Se revocate le espulsioni sarò felice ri rimanere". E lamenta un clima da caccia alle streghe, con l'inquisizione "da parte di chi non si palesa"

Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti (Newpress)

Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti (Newpress)

Parma, 23 maggio 2016 - Dopo qualche giorno di silenzio si rifà vivo Federico Pizzarotti, il primo (e non molto amato dai suoi) sindaco a 5 stelle, sospeso dal Movimento con mail anonima, come ha sempre sottolineato lui. E nonostante il consiglio contrario dell'ex ideologo Becchi, replica al movimento: in una conferenza stampa, Pizzarotti illustra le controdeduzioni inviate al M5s dopo la sua sospensione.

"Visto che tutta la procedura di sospensione è regolata da un documento che non ha efficacia giuridica - dice - noi ci sentiamo pienamente titolati ad andare avanti, avendo dato tutte le risposte che ci erano state chieste".  Poi sembra tendere la mano al Movimento: "Se verrà revocata la mia sospensione io sarò felicissimo di rimanere a far parte a pieno titolo del M5s" - scrive nelle controdeduzioni, ponendo comunque alcune condizioni: "Chiedo che finalmente certe richieste, che non sono solo mie ma di tantissimi attivisti ed eletti, vengano ascoltate". Oltretutto, specifica il sindaco di Parma, il Non Statuto del M5s - "l'unico regolamento del Movimento esistente" - non prevede alcuna ipotesi di sospensione "e anche le 'controdeduzioni' richieste non sono previste". 

Poi lo sfogo, con una stilettata: "Da anni vengo più o meno esplicitamente accusato di non essere un vero 5 Stelle. Le motivazioni addotte le più disparate. La più diffusa, di certo, un mio ipotetico accordo col Pd. Ho smentito in ogni modo".  Sempre nelle controdeduzioni dove accusa: "Molte persone con anche responsabilità all'interno del Movimento, infatti, sia online che durante gli eventi, raccontano falsità come verità', creando confusione e un clima di caccia alle streghe".  E a proposito dei suoi rapporti con il Pd, Pizzarotti ricorda: "Ho scritto parole durissime verso Renzi e il suo governo, ho ricevuto l'esposto proprio dal Pd, ma qualunque cosa faccia per dimostrare la mia buona fede c'è sempre qualcuno disposto ad alimentare i dubbi sulla mia persona".

Il sindaco di Parma ha poi aggiunto che nello scrivere le contro deduzioni si è andati a esaminare anche il regolamento di Camera e Senato del Movimento, "che è certo applicabile ai deputati e ai senatori ma non ai sindaci, comunque anche quel regolamento non lo avremmo violato". Pizzarotti, quindi, dice di non capire come si sia arrivati "all'inquisizione da parte di qualcuno che non si palesa".

"Se fossi alla fine espulso? - si chiede il sindaco - Mi aspetterei reazioni di attivisti ed eletti e alla fine non escludo la via legale per far rispettare il diritto". Secondo lui "non c'è stata una difesa comune del Movimento 5 Stelle per chi viene attaccato da tutte le parti. A pochi giorni dal voto è partita una inquisizione nei miei confronti da parte ancora non si sa chi. Tutto questo quando invece serviva tendermi una mano". Infine ha ribadito di non aver mai avuto "la volontà di uscire dal Movimento ma quel che è successo non può essere cancellato con un colpo di spugna, serve una riflessione. Tanti altri fatti sono stati liquidati con troppa facilità".

Ma ecco nel dettaglio le controdeduzioni inviate da Pizzarotti al Movimento e pubblicate integralmente sul suo profilo Facebook: