Elezioni 2018, Forza Italia punta su Andrea Cangini. Ceroni si dimette

Il coordinatore azzurro fuori dai giochi. Pd, Ceriscioli contro Ricci

Remigio Ceroni (foto Zeppilli)

Remigio Ceroni (foto Zeppilli)

Ancona, 28 gennaio 2018 - I tasselli iniziano ad andare al loro posto ma, inevitibilmente, scattano i mal di pancia. Nelle ultime ore sia nel centrodestra che nel centrosinistra le decisioni romane hanno provocato rivoluzioni e scontri. Partiamo da Forza Italia che fa registrare la decisione più inattesa: il senatore uscente e coordinatore degli azzurri nelle Marche, Remigio Ceroni, resta fuori dai giochi e immediatamente si dimette dall’incarico. Al suo posto arriva come capolista al Senato di Forza Italia l’ormai ex direttore di Qn-il Resto del Carlino (ieri le dimissioni dall’incarico) Andrea Cangini.

Nel sud della regione, il collegio Ascoli-Fermo-Civitanova, a Ceroni il centrodestra unito preferisce l’ex consigliere regionale Graziella Ciriaci anche lei del Fermano. Restando nell’uninominale, gli altri due collegi (Ancona-Macerata e Pesaro-Senigallia) vanno alla Lega Nord che deve ancora comunicare le sue decisioni (in un caso possibile l’arrivo di una senatrice uscente del Veneto).

Sul fronte della Camera, Forza Italia presenta capolista per il centro sud Simone Baldelli e per il centro nord il fabrianese Marcello Fiori. Fdi-An, invece, sta ancora definendo le sue scelte. Tra le varie ipotesi Carlo Ciccioli capolista al Senato oppure capolista alla Camera (Ancona-Pesaro).

Il Centrosinistra, invece, ha definito il suo schieramento provocando però un vero e proprio scontro soprattutto dentro il Pd. Capolista per il proporzionale al Senato è il fermano Francesco Verducci che dovrà vedersela con Cangini su tutto il territorio regionale. Oltre al premier Gentiloni, capolista alla Camera proporzionale (centro sud), e il ministro Minniti, all’uninominale di Pesaro, ecco anche un altro ministro uscente candidato sempre al proporzionale della Camera (centro sud): è Marianna Madia dietro a Gentiloni. L’unico non Pd che trova posto nelle Marche è il segretario nazionale dei Verdi Angelo Bonelli candidato all’uninominale della Camera nel collegio Falconara-Senigallia-Fano di fatto scalzando il socialista Antonio Gitto che era dato quasi sicuro.

A fare clamore è l’esclusione dell’ex assessore regionale Sara Giannini, alla quale è stato preferito il rettore di Camerino Corradini, e la seconda posizione (prima è la deputata uscente pesarese Morani) assegnata nel proporzionale alla Camera nel collegio centro nord al segretario regionale del Pd Francesco Comi.

Uno scenario che ha provocato una reazione dura da parte del governatore delle Marche Luca Ceriscioli verso Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e componente della segreteria nazionale: «Ricci attribuisce a un mio intervento la candidatura di Comi nel collegio nord. Niente di più lontano dalla realtà. Le liste sono state stilate con un forte ruolo del sindaco di Pesaro facendo forzature a discapito del buonsenso. Sono stati premiati i candidati più vicini alle sue posizioni anche quando non hanno ricevuto il gradimento del territorio. La prova è il risultato della lista nella provincia di Macerata dove non compare nessun candidato della maggioranza del partito locale. Un’operazione che serve solo a dividere. Chi ha voluto compiere un altro tipo di percorso se ne assuma tutta la responsabilità senza scaricare su altri. Non mancherà il mio contributo alla campagna elettorale anche e soprattutto per la presenza nelle Marche di esponenti del governo, come il presidente Gentiloni».