Elezioni regionali Emilia Romagna, data. Si vota il 26 gennaio 2020

Borgonzoni: "Elettori in ostaggio per fare inciuci". Bonaccini: "Mi sarebbe convenuto votare in novembre". Salvini domenica a Bologna

Elezioni regionali Emilia Romagna, Bonaccini ha deciso la data (Imagoeconomica)

Elezioni regionali Emilia Romagna, Bonaccini ha deciso la data (Imagoeconomica)

Bologna, 23 settembre 2019 - C'è la data delle elezioni regionali dell'Emilia Romagna: si vota domenica 26 gennaio 2020.  Lo ha annunciato la Regione, dopo che il presidente Stefano Bonaccini ha incontrato Giuseppe Colonna, presidente della Corte d'Appello di Bologna.

Il presidente Colonna ha convenuto sulla proposta di Bonaccini: muove dalla cornice legislativa, che prevedeva il voto fra l'ultima domenica d'ottobre e l'ultima di gennaio e dalla necessità di consentire alla Regione di approvare la legge di bilancio, scongiurando l'esercizio provvisorio che avrebbe limitato l'operatività della Regione.

Il giorno delle urne, inizialmente previsto in novembre, è diventato una sorta di caso nelle ultime settimane, peraltro già abbastanza turbolente sul piano politico. Prima la crisi agostana scatenata da Matteo Salvini, che ha tolto la fiducia della Lega al Governo Conte ed è passato armi e bagagli all'opposizione. Il Capitano avrebbe preferito si andasse al voto per rinnovare le Camere, ma ha dovuto prendere atto dell'accordo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

COMMENTO Prove di accordo, deciderà l'Umbria - di P. De Robertis

Nuova maggioranza, dunque, e nuovo esecutivo. Il ribaltone nazionale ha cambiato completamente lo scenario. Con riflessi anche sul piano locale. Da giorni, infatti, si paventa una possibile alleanza 'governativa' anche alle elezioni regionali. In Umbria la prospettiva è piuttosto concreta, come testimonia la lettera aperta scritta da Luigi Di Maio sul nostro giornale, con la quale ha proposto un patto civico. In altre parole ha chiesto al Pd di sostenere insieme un candidato estraneo ai partiti. Schema impossibile da replicare in Emilia Romagna, dove il candidato c'è ed è anche forte. Risponde al nome di Stefano Bonaccini, al quale peraltro i voti del Movimento 5 Stelle non darebbero fastidio, visto il crescente successo della Lega nella regione rossa. Chissà che il tempo che ci separa dal voto non serva per tessere la tela di un accordo. Per ora i grillini si dichiarano indisponibili, vedremo.

Ma pure il centrodestra ha i suoi nodi da sciogliere. Lucia Borgonzoni, già incoronata da Salvini, pareva essere la rappresentante dell'intera coalizione. E probabilmente alla fine lo sarà. Intanto, però, Giorgia Meloni ha proposto a Galeazzo Bignami, da poco fuoriuscito da Forza Italia, di candidarsi a nome e per conto di Fratelli d'Italia. E lui ha accettato. Una mossa da spendere sul tavolo nazionale per ottenere qualcos'altro altrove? Possibile.

Infine, c'è la scissione di Matteo Renzi. L'ex premier ha detto addio al Pd per fondare Italia Viva. Bonaccini, tuttavia, non teme ripercussioni: "Io non ho alcun dubbio che in Emilia Romagna Renzi e coloro che lo seguiranno mi daranno e ci daranno una mano. Su questo sono sicuro".

Il decreto per la convocazione dei comizi elettorali sarà emanato successivamente, così come previsto dalle norme.

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Borgonzoni: "Elettori in ostaggio per fare inciuci"

"Anche in Emilia Romagna, purtroppo, i giochi di palazzo hanno la precedenza rispetto agli interessi dei cittadini", commenta Lucia Borgonzoni, candidata della Lega alla presidenza della Regione. "Altro che legge di bilancio - argomenta -, quella di Bonaccini è solo una scusa: da parte sua e della sinistra nessun rispetto per gli elettori, tenuti in ostaggio per fare inciuci". "Avevamo proposto il voto a novembre, naturale scadenza della legislatura - attacca ancora -, ma hanno fatto di tutto per restare attaccati alle poltrone ancora un paio di mesi: un insulto per i cittadini e il territorio, che da anni attendono risposte"”.

Alla luce dei sondaggi degli ultimi giorni, "in diversi mi avevano raccomandato di anticipare il voto per la fine di novembre, per capitalizzare il distacco di consenso che mi separerebbe da Borgonzoni e da altri candidati della destra", replica via sociale Stefano Bonaccini, presidente della Regione Stefano Bonaccini. "Posto che saranno i cittadini col voto reale a stabilire chi dovrà governare questa Regione nei prossimi cinque anni, quanto ho detto per gli altri vale anzitutto per me. L'Emilia-Romagna viene prima".

"La mia sfidante - scrive il governatore - non ha perso l'occasione nemmeno stavolta di ricorrere all'insulto personale. Non intendo scendere a quel livello, perché per me in politica ci sono avversari da battere, non nemici da abbattere, e la buona educazione dovrebbe essere la premessa di ogni impegno istituzionale. Ricordo però che gli interessi dell'Emilia-Romagna vengono prima degli interessi di partito e se ti candidi a governare questa Regione devi abituarti ad anteporre il bene degli emiliano-romagnoli a quel che preferisci per te".

"Se si vuole provare, io sono disponibile. E penso che andrebbe fatto. Se non sarà possibile avversari come prima. Ma io credo che bisognerebbe provarci". Bonaccini tende ancora una volta la mano ai 5 Stelle per un accordo. "Credo che, aperta una nuova stagione a livello nazionale, si possa anche qui – sostiene -, tra forze che si sono contrapposte, valutare se dare un segno di governo che possa vedere un avvicinamento". In Emilia-Romagna, ricorda Bonaccini, "stiamo costruendo un centrosinistra più largo e portiamo in dote un'esperienza di governo inedita, molto più allargata a sinistra, senza mezza giornata di crisi". Dunque, ribadisce il presidente, "se i 5 stelle vorranno sedersi intorno a un tavolo saranno i benvenuti. Secondo me abbiamo più cose che ci uniscono di quelle che immaginiamo".

Sulla stessa lunghezza d'onda Andrea De Maria, deputato del Partito Democratico: “La scelta del Presidente della Regione Bonaccini, condivisa dal Presidente della Corte d'Appello Colonna, di svolgere il 26 gennaio le elezioni regionali in Emilia-Romagna è la più opportuna e corretta. Prima degli interessi elettorali delle diverse forze politiche devono venire la Regione e i cittadini. Votando il 26 gennaio non ci sarà bisogno dell'esercizio provvisorio ed il Governo regionale riprenderà la sua attività dopo il voto con un bilancio pienamente operativo”.

“Ora – aggiunge facendo riferimento alla questione delle alleanze - teniamo per prima cosa unito il centrosinistra, nelle sue diverse espressioni politiche, e verifichiamo le effettive condizioni di una alleanze più larga con i 5 Stelle”.

Salvini domenica a Bologna: "Si parte verso una strada di liberazione"

"Segnatevi bene la data: 26 gennaio 2020. Si può scrivere una pagina di storia, dopo 50 anni di governo della sinistra avrete la possibilità di cambiare". Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, durante una diretta su Facebook. "Una buona notizia per gli emiliani e i romagnoli - ha esordito Salvini - il Pd si è finalmente degnato di spiegare quando potranno votare per la Regione Emilia-Romagna. Almeno il diritto di voto voi ce l'avrete, ad altre decine di milioni di italiani è stato negato".

Tra i suoi appuntamenti nei prossimi giorni Salvini lancia anche quello di domenica mattina a Bologna: "Ragazzi, si parte verso una strada di liberazione, bellezza, di merito, di trasparenza anche in Emilia-Romagna. Casi come quelli di Bibbiano dovranno rimanere archiviati nei libri di storia".