Radar di famiglia

Viviana Ponchia

L’AMORE , tre figli, la biancheria sporca che si mescola nello stesso cesto. I conti da fare quadrare in due. Le sere, tutte uguali, cementificate in una banalità felice. Qualche volta un film porno. E quell’abilità che non si apprende sui libri, il talento di tradurre uno sguardo, un piccolo cedimento del sorriso. A forza di stare insieme si diventa chiaroveggenti, il pensiero dell’altro è un lenzuolo con macchie e strappi che gli altri non vedranno mai. Si passano le notti nello stesso sogno. Abitudini, strategie di sopravvivenza: uno scambio per contagio. Nessuno lo conosce quanto me. Vero. E vale anche il contrario. Certi matrimoni sottopongono i partecipanti a modificazioni antropologiche. Per affetto o necessità si diventa gemelli siamesi, legati dal cuore o dalla testa. Si va avanti come nel tango, eretti e sincronizzati, finché la musica suona. E quindi cosa ne può sapere un tribunale della verità, perché insistono. C’è una sola chiave per aprire la porta.

 

«SE FOSSE stato colpevole mio marito sarebbe crollato subito». Con me, è sottinteso, mica con voi. Lei che ribadisce una complicità sessuale accecante per buona parte dell’aula: ma veramente dopo tanti anni ci provavano ancora gusto a fare quelle ricerche porno sul web? Davvero il matrimonio può essere quella cosa lì, da provare invidia per quei due non fossero messi come sono? Se è una strategia, tanto di cappello. Altrimenti doppio applauso. Marita ha sempre difeso suo marito e continua a farlo con la solenne sicurezza di chi sa più degli altri. E lui che non ne può più e dice basta, è intollerabile guardare dal buco della serratura. Ma lei batte il suo tempo e non inciampa. Per come lo conosce, se avesse fatto ciò di cui lo accusano sarebbe stata in grado di capirlo e lo avrebbe buttato a mare. Per i bimbi, parola magica. La fortezza medievale di quel matrimonio è blindata dalla logica dell’amore e della routine. Non si trasforma in pedofilo assassino un padre che magari condivide qualche innocente porcheria in Rete ma cena sempre a casa e vizia i figli coi regali. Al limite esce dieci minuti a fare gasolio, a comprare il latte, ma controllato dal radar di famiglia. Lei lo avrebbe inchiodato all’istante. E lo avrebbe abbandonato. Ha anche provato a metterlo in difficoltà su quella sera, niente. Come sa che è sincero? Perché è sua moglie, ovvio, la sagoma leggera dall’altra parte del lenzuolo.