Rapina, ci sono Paesi dove si rischia la pena di morte

Risponde il vicedirettore de Il Resto del Carlino, Beppe Boni

Beppe Boni

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Bologna, 26 novembre 2015 - Ci risiamo. Un commerciante di Milano ha ucciso un ladro che insieme ad altri due complici era entrato in casa per rubare. L’uomo ha temuto per l’incolumità della propria famiglia e si è difeso. Adesso probabilmente farà la fine di altre vittime: sarà indagato, processato e forse incarcerato. Lo stato continua a difendere i cittadini solo a parole. Giovanna Santi, Ascoli

Risponde il vicedirettore de Il Resto del Carlino, Beppe Boni

Il delinquente ucciso è un albanese condannato all’ergastolo già evaso due volte e ritenuto pericoloso. Eppure circolava libero di compiere rapine e furti con personaggi della sua stessa risma. Sembra però che stavolta i magistrati abbiano accolto la tesi secondo cui l’episodio si è svolto nell’ambito della legittima difesa. Il commerciante milanese ha agito per difendere se stesso e la propria famiglia da una banda che stava minacciando pesantemente la figlia. Si può andare avanti così? No. Ieri sera a un dibattito sulla Cina un manager che ha esperienza di quel Paese ha riferito che là il pericolo di rapine è basso: se ti prendono rischi la pena di morte. Parliamo di un Paese dove il diritto è un optional, ma l’Italia è all’opposto. In libertà c’è un sacco di gente che ha sulle spalle condanna per furto e rapina. Cerchiamo una via di mezzo fra Cina e Italia.

beppe.boni@ilcarlino.net